giovedì 29 aprile 2010

INSONNIA!... HO VINTO!


DA UN’ESPERIENZA PERSONALE

DI
ITALO DE SIMONE
*
INSONNIA
HO VINTO!

*
!
LA
*SPIRITUALITA’*

!
*
E’
ANALISI
TRASCENDENTALE
L’IRRAZIONALITA’
MATEMATICA SCIENTIFICA
CHE VIVE L’ILLOGICA DI UN RAZIONALISMO
VISSUTO NEL GOVERNO DELLA PROPRIA STRUTTURA
CHE SOLO A NATURAIL MOTO E’ COMPRENSIBILE
NELLA RAGIONE COMBINATRICE
DA SE STESSA
MOSSA!
!
*
ITALO
!
*

INSONNIA


*L’INSONNE*


Un’insonne non può aspettare.
L’attesa è il nemico di chiunque,
specie per un’insonne.
Un’insonne è un sofferente a filo continuo;
è nevrotico, esaurito, irrequieto, sempre incazzato…
*
E’
UN’INSONNE!
*

Trovo automatico, necessario, se pur dato in maniera istintiva, l’incorrere nell’errore ripetitivo, in quanto mi consente di cogliere e creare ulteriori sfumature a chiarire; situazione che nasce, proprio mentre scrivo, e scendo, naturalmente; stimolato soprattutto dal percorso sonoro verbale; che mi suggerisce migliore espressione, colta e rivolta necessariamente al senso di comprensione e di adattamento, nato dalle coincidenze o associazioni sonore, che mi permettono volta per volta, di capire e scoprire, proprio attraverso la sonorità che si annuncia e s’insedia, a rischiarirne il senso; e avvertire, come facilmente può essere reinterpretata una parola -delegata volontariamente-, adattata ad un nuovo significato, volta per volta, riuscendo a coglierne -raccogliere-, o, lo spirito, nella -o dentro-, la parola; per ogni vocabolo -lo stesso… a servizio-, consapevoli noi…
Possiamo perciò usare, la stessa parola adattandola a situazioni diverse, dove, e come meglio confà, riuscendo ogni volta a dare la stessa forza di credo e di comprensione, corrispondente al significato, che nel convenevole adattiamo a divenire, creando e usando, lo stesso vocabolo, ma cambiandone il senso, non la forza credibile applicata alla funzione, per quello che vogliamo sia credo, specie in avviso di una comprensione oscura che può offuscarne il significato; qualsiasi sia la questione, ma prima chiaro in noi, dev’essere il concetto; sempre, nell’espressione desiderata, usando parole semlici alla comune portata, evitando, quanto più possibile, le cosidette parole difficili.

Trasferendo, e lasciando trasparire o respirare attraverso già dalla scrittura -abbia senso o meno, quello che scrivo, poco ha importanza-, il sapore arrendevole, abbandonato, perso; passeggiando sulla strada che ci accompagna verso la VIA DEL SONNO; -mica male per intitolare una strada!- in questo caso; nel tentativo di rivelarne presto l’aspetto, nell’auspicio di entrare in questo mondo subito!... Per Dormire!
L’ho detto che incorrevo nel ripetitivo!

Scriverò senza cosiderare una forma filologica, in quanto, struttura che appartiene strettamente al modello del percorso che ho inseguito, al fine di analizzarne la struttura, per una reale considerazione terapeutica, che mi ha sorpreso e permesso di sconfiggere l’Insonnia!
Scoprendo e scorrendo, man mano, nella situazione;… senza fretta!
Non sono nè psicologo, nè posseggo alcun titolo di studio, posso soltanto scrivere basandomi esclusivamente sulla mia personale esperienza, la sola che mi ha consentito di uscire da questa terribile malattia; L’INSONNIA!
Il desiderio di scrivere e parlarne, nasce per il semplice fatto che in queste poche righe, qualcuno possa cavarne un indizio per uscirne, e anche perche’ scrivere mi ha permesso di analizzare ulteriormente la questione.
Trovo nella scrittura una qualità matematica e scientifica, a scoprire… provare per credere! Scrivere è parallelo al nostro modo di pensare, e pensando al sonno, pensando al dormire, stesso lo deve, a creare confusione donando un lieve, dolce, torpore, tanquillo e sereno, che culla la mente nel sonno profondo, profumo d’alloro di pace e d’amore… la guerra non sia, per questo son dio, percio’ sono io…
È questo il modo per cominciare a sciogliere, diluire, dissolvendo il pensiero, e lontana la mente dall’io prepotente; non entro in peccato, parlando di Dio, perche’ sono un uomo, e devo dormire… questo modo intenzionale di scrivere, già in partenza, serve creare , nel tentativo di allenare la situazione ideale verso la disgregazione del pensiero, che vera si adatta, al concilio d’entrata, in via della culla, missionaria del sonno…

*
Le origini

Come è successo a me... credo che tutte le persone affette da questo incubo, abbiano cercato, provato e sperimentato, quanto più possibile, a partire da: psicofarmaci, psicologi, alcolici, ecc.
A riguardo, vi parlerò della mia esperienza, tra l’altro è l’unica che conosco da vicino -sono sempre più convinto che il miglior medico per noi stessi, siamo noi; soprattutto, nell’aspetto psicologico; nessuno può entrare nella nostra mente, meglio di noi stessi!
Gli psicofarmaci, riuscivano più o meno a calmarmi ma non mi davano la possibilità di dormire, reagivo a contrario, invece -nella sfortuna di carpirne la funzione paliativa-. Assumevo pillole, gocce, più volte al giorno, spesso con aggiunta di alcolici, con reazioni a volte tragiche, manifestatesi con inaspettati -brevi-collassi; per fortuna con conseguenze risolte.
Non sono sicuro, in base a quello che ho raggiunto, fino a che punto sia importante conoscere l’origine della malattia -quello che più interessa poi è riuscire ad uscirne-, ma credo che valga la pena parlarne in quanto la mia esperieza, molto probabile, somiglia a quella di tanti altri -almeno non ci si sente isolati, nel ritrovarvicisi-, ma cercherò di raccontare,
sulla ragione di quello che è accaduto a me -ne ho viva ragione di crederlo-, che non avevo scelta nell’agire in maniera diversa, data l’inconsapevolezza.
Infatti nelle mie reazioni, la mia mente trovava istintiva- mente -nell’istinto c’è mente-, sempre un indirizzo deciso, con certezze che arrivavano senza ombra di dubbio, a giustifica del mio comportamento Selvatico!
All’età di 13-14 anni, cominciai ad accusare mio padre, riguardo al mal costume adottato nei miei confronti, segnalandone e descrivendone i particolari.
Accadde, che mio padre infervorito comunista, -sarebbe accaduto lo stesso anche a diversa convinzione politica, ciò che conta in una persona, consiste nella base auto-educativa della propria coscienza, la parte sensibile dell’essere che crea la disponibilità a guardare dentro se stessi, per non danneggiare nè se stessi, né, altri.
Altrimenti, come in questo caso, si diventa cechi a senso unico.
Alla nascita di un mio fratello minore -quinto figlio su sette, io, il quarto-, alla nascita pesava kg.4.800 -io, kg.4.700-, robusto e forte, biondissimo -io castano-, con un graziosissimo faccino e un bel capoccione.
Le monache che lavoravano in ospedale, a conoscenza della natura politica di mio padre, dissero che somigliava a Nikita Krusciov -ex presidente dell’U.R.S.S.-; non vi dico la gioia di mio padre, nell’aver messo al mondo il piccolo Krusciov.
Ma è proprio quì; che inizia il mio calvario.
Cominciai presto ad avvertire -se pur inconsciamente-l’esclusione verso di me, da parte di mio padre; esclusione che causò in me, timidezza - inferiorità - insicurezza - INSONNIA…
Questa elusione continuò appresso, e qualsiasi cosa io facessi o dicessi, non andava mai bene, peggio... demenziale; per mio padre!
Essendo ancora un bambino, non potevo controllare la situazione che cominciava a piovermi addosso, ma inevitabilmente, la sensibilità di un bambino, se pur inconsciamente, nella propria mente registra tutto e risponde.
Incapace di una adeguata analisi; ero ancora un bambino, ma tutto tornava in conto nel mio attegiamento istintivo.
La mia reazione era chiara, lampante, lampeggiante, atteggiamento ambito, mirato, teso a svegliare il richiamo di chiunque; ma soprattutto... mio padre! Più mostravo capacità - tra l’altro: dote istintiva e quindi atteggiamento, spesso per gli altri, gallismo! -, in quello che facevo, tanto più disprezzato; io per mio padre non contavo niente -forse, solo nella mia immaginazione -mi auguro-, nè a casa; nè, di conseguenza fuori; ancora oggi, trovo difficolta’ in generale, nel rapporto con la convivenza, per stessa questione.
Già caduto al ricorso dell’alcool -che cominciai ad assumere in tenera età -5-6- anni, sempre per il problema che vengo ad illustrare-.
Così, se pur in compagnia dell’alcool, cominciai a sviluppare capacità inaspettate, specie nel campo artistico - artigianale.
Questo peggiorò addirittura la situazione - mio padre dipingeva; lo faceva a modo suo, ma dipingeva -, in quanto dimostravo capacità veramente capaci; in tutto ciò che mi adoperavo.
In continuazione, mio padre mi diceva che ero pazzo, scemo, incosciente, fanatico e fesso.
Ancora oggi, continua a ripetermi le stesse cose.
E s’incazzava ancora di più, quando a ragione dimostrata, a sconsacrare le sue tesi, c’erano le mie.
Quando, non potendo maestrare sulle mie qualità o conoscenza, si vendicava dicendomene di tutti i colori.
Ma i miei sforzi, se pur inconsciamente, avevano sempre lo stesso indirizzo... conquistare mio padre!... Questo, per adesso può bastare…


*
*Riflessioni...


La pazzia; a parte nei casi la dove la natura si muove a provocare difetti di costituzione fisiologica, cerebro-lesi, ecc. Ma negli aspetti del vivere, fin dalla nascita, la natura può, e riesce a provocare nature psichiche disorientate, dove l’ opinione di un qualsiasi orizzonte scompare, come pure vero, può dare l’equilibrio del sogno.
La natura è il gioco dell’uomo!
Esiste un’intelligenza? E quindi ritorniamo alla natura, la sola che ci soccorre all’essere -nella comprensione di noi stessi-; all’Uomo…a DIO!……NOI; L’UOMO…DIO! Qualsiasi la manifestazione.


*
E’
il nostro metro
di coscienza,
che stabilisce la nostra natura!
!
*

*Processo alla Scoperta;

I processi mentali funzionano per tutti allo stesso modo, il cervello è materia comune a tutti, ha la stessa composizione naturale, esitente nel gene di tutti.
Es.:Siamo tutti a conoscenza di ciò che è bene e ciò che è male, non c’è bisogno di nessuna Bibbia per saperlo, il senso di giustizia è insito, scontato, nell’uomo! Se di uomo trattasi!

*Esploriamo

Tutti ci somigliamo... in un esempio grossolano; il dolore fisico, attraverso la mente, lo avvertiamo tutti.
Qualsiasi sia il fenomeno che ci arriva, è sempre qualcosa che appartiene alla natura; natura stessa è fenomeno.
*
Ritornando; quando verso i 14 anni, comiciai duramente a criticare e accusare mio padre, illustrando verbalmente il suo atteggiamento assunto verso di me; tranquillamente, totalmente ignaro, inconsapevole, incredibilmente incosciente, rispondeva dicendo: che essendo mio fratello più piccolo, aveva perciò bisogno di maggiore attenzione.
Attenzioni, che in questo fratello svilupparono un atteggiamento di prepotenza; presunzione, superiorità e padronanza nei miei confronti -per sua scelta e senza io conoscerne un un vero motivo plausibile, in quanto non ne vedo sostanza che giustifichi-, seguitò; fino a totale cessione del dialogo.
Se lui a me usava delle cattiverie, ad un mio lamento, non venivo mai creduto dai miei genitori, perchè essendo lui più piccolo di me, non gli avrei certo permesso di farmene.
Quando chiaramente lui si lamentava di me, certo, veniva creduto.
Questo bambino, capìta la giostra, ne approfittava; ma io, giorno dopo giorno, diventavo sempre più irascibile, e contrario a tutto e a tutti.
Ma pur vero, nonostante tutto; per fortuna, appresso, non mi sono mai sentito in potere di sentirmi nel giusto, specie nel criticare, accusare, condannare -bestemmiavo… tanto!-, e soprattutto, sputare sentenze su mio padre-.
In ogniuno di noi esiste un metro di giustizia, basato sulle proprie giuste convinzioni, ma; pure giusto è il difendersi.
Tutto ciò che accade è giurisdizionato dalla natura, nell’ordine naturale delle cose, dove natura stessa muove nel proprio governo, in un estremo sapore incondizionato, dalla propria condizione a noi incomprensibile, in quanto incapaci di razionallizzare! Quando 2+2, non fa più 4, allora diventa… Mistero, o addirittura Miracolo; sia, l’avvenimento, o fenomeno negativo o positivo, il Miracolo è sempre l’inordinario accaduto, il fenomeno, ma sempre appartiene all’attegiamento naturale della natura che assume.

Nell’estenuante fatica, rivolta alla conquista di mio padre, sforzo che mi spinse a fare tutto quello che mi capitava, cercando sempre di sfruttare al massimo le mie capacità, con risultati nella maggior parte dei casi, non comuni.
Ma questo non mi portava gratificazione, anzi mi rendeva sempre piu’insoddisfatto, nel riuscire in tutto o quasi, tutto quindi mi riusciva facile, e niente mi dava più di altro.
Convintissimo -ed è vero-, che quello che posso fare io, lo possono fare tutti, basta credere; es.: quando mi accingevo a copiare particolari o quadri -anche per intero-, di un Caravaggio, Michelangelo, altri; spesso succedeva, che venivo preso per presuntuoso, e che non sarei mai riuscito -e questo nel parere generale di chiunque a presunzione ne è ricco, nel sentirsi in grado di criticare, peggio, di profetizzare-, ma io partivo sempre dalla semplice convinzione, che queste cose considerate difficili, erano state fatte da un uomo, e che per me, non poteva essere allo stesso modo diverso, in quanto uomo, dotato di stessa natura e facoltà, certo è chiaro che bisogna sempre innaffiare.
La mia insoddisfazione tra l’altro, super giustificata dall’indifferenza -forse apparente- di mio padre, continuava a lavorare dentro di me a livello conscio ed inconscio, anche se ormai rassegnato, in qualche modo.
Ma a questo punto, l’uso degli alcolici, ancora più forte ne reclamavo l’appoggio, di conseguenza, continuando a fare le cose per bene, ero si,
considerato bravo, ma...beve troppo! Così, in famiglia, ecc.
E grave, la conseguenza su me stesso; autodisprezzo, e conseguente dottrina alla disintegrazione.
Queste brevi considerazioni, non sono altro che il pensiero fatto da un semplicissimo uomo.
Nessuno potrebbe azzardarsi a dire:
quello che penso io è giusto! nella coscienza di essere soltanto dei piccoli uomini, e non Dio!

*L’importanza di scrivere

Scrivere il proprio pensiero è importante, in quanto richiede chiarezza prima con se stessi, e aiuta a dare un ordine alle proprie idee -a ogniuno le sue- attraverso il proprio bilancio obiettivo-.
Possiamo fare qualsiasi cosa nel sentirci nel giusto, ma soltanto a rischio di noi stessi; questo vale per me.
So perfettamente di essere profondamente…un’ ignorante generico.
Incredibile ma vero: scrivere mi ha permesso di scoprire, e arrivare a conclusioni inaspettate, che mi ha dato la possibilità di chiarire, perfezionare e ordinare la mia posizione d’equilibrio, di vita e di pensiero!


* Accontentarsi di riposare


La maggior parte dei miei scritti, diurni o notturni, a guardarli, se pur nati inconsciamente, hanno creato la preparazione ad un esercizio mentale, che mi ha condotto dopo, all’essenziale conclusivo; un pensiero che non deve cercare conclusione; anzi, il contrario, mirato alla dissolvenza.
Pensieri che arrivano, sono da presto troncare, bisogna annullare il pensiero -nella mira cè sempre il dormire-, so perfettamente che non è facile, ma cominciai presto a troncare il pensiero prima di arrivare a conclusione dello stesso.
Questo è uno dei primi passi!
Calma, sempre con calma, non si deve concorrere con niente e con nessuno, specialmente con il tempo, fregandosene se sarà presto mattina e bisognerà andare a lavorare, la cosa più importante, per adesso, è!....stò, riposando -senza pretendere di addormentarsi; sarebbe grave errore; è fortemente saggio per ora, accontentarsi di riposare, ripetevo nella mia mente-; chiudo gli occhi, cercando, senza creare il minimo sforzo a dimenticare, pure, che stavo riposando... soprattutto!
Tentando di annullare lo scorrere del pensiero verbale - mentale, qualsiasi possa esserne la natura, ma lasciare che il tutto si sovrapponga, sottoponga, s’interscambi, sostituendo invece.
Cercare di affidarsi alla libera traformazione dell’immaginario figurativo, che naturalmente compare nella nostra mente; non bisogna assolutamente
cercare di arrestare le immagini, -tanto non potremmo- con la pur nostra volontà, pur trattasi di un immaginario pauroso - peccaminoso - sgradevole, gradevole, altro; tanto è pura immaginazione, partorita ad occhi chiusi, e dalla nostra mente che sta navigando in piena libertà, abbandonata a se stessa, come vicini ad uno stato di ubriachezza, stravacanza, ebrezza viaggiante e paradisiaca.


*Scomporre a disgregare

In questo contesto, e mai scriverò con filologica, cucendo tutto per benino e se dovesse succedere di perdermi, contento sono e non il contrario; il sonno attraverso il sogno poi, è allucinazione, la mente salta da una situazione all’altra, nella sconsideratezza dell’essere…il cosidètto sballo; l’altalena del pensiero.
Qundi lo farò in maniera scostumata, proprio come si comporta il sogno; senza preoccuparmi di osservare un corso cronologico avvenuto, o cronologico mentale se pure immaginario, specie.
In quanto già tentativo, ancora di manifestare in questo modo, l’esempio basilare, che mi ha portato a conclusione ottima sull’idea della disgregazione.
E’così, che mi sono educato al mio Sonnifero Naturale.
Scomporre: senza timore, in quanto fenomeno naturale, che avviene di continuo, che sia giorno o notte, si dorma o no.
In un semplice esempio: la decisione, lo dice la parola stessa : incisione-scelta-divisione-coesione-disgiunsione-cucisione-unire-tagliare-aggiungere, sottrarre; cosa che la mente fa naturalmente quando si sogna.
A riguardo; alla fine diventa automatico; scrivere in maniera scissa; prima-poi -separando-sezionando-aggiungendo-sottraendo; qualificando un percorso logico nell’illogica, tesa anche in questo caso, a scoprire l’immagine sensoriale, procuratrice di disgregazione, portando il pensiero nella logica pure analitica dell’invisibile immaginario possibile divisibile all’infinito.
Nessuno è in grado di calcolare il tempo, in quanto calcolabile è impossibile.
Il sogno non ha collocazione, non ha nè tempo nè spazio, ma trova scelta in se stesso.


*Libertà di pensare


Aggiungerò tutto come viene, scollegando volontariamente o meno; o semplicemente affidandomi al caso.
Collocando o scollegando il tutto, in una situazione senza regole, proprio come il gioco del sogno, che cammina di pari passo con quello che consciamente e inconsciamente, fortemente più di tutto desideriamo; libertà totale.
Senza governo... soltanto la mente -aprendola al sonno, in questo caso-, abbandonata a se stessa, nè più l’essere, nè l’io, ma lasciatolo addormentato nel conscio, sotterandolo all’inconscio, e divorato il tutto di sorpresa, dal subconscio stesso; l’eremo dell’Io.
Questo accade quando ci si addormenta; di sorpresa, in quanto non ci accorgiamo che stiamo per entrare nella fase del sonno, questo deve succedere, questo è l’eremo dell’io, la fase inconsapevole dell’addormentarsi, cullati nel totale abbandono cerebrale, e pari è nel sogno; di sorpresa! Il cambiamento d’immagini e situazioni.
Perciò; IO, non esisto, perché devo dormire! Creando una condizione mentale involontaria, dove nessuno, nemmeno la mente stessa chiaramente, può impedire ad Essa di pensare, nella Libertà di pensare, navigando nella mente stessa.


*L’impostazione

L’impostazione apparentemente - disordinata degli scritti,
appartiene ad una scelta voluta, decisa e indecisa, a farne vivo esempio dei passaggi, -alla nascita-; apparentemente irrazionali- che mi hanno portato, via via, fuori da questo labirinto.
Così ho deciso di comportarmi nello scrivere, come possibilità ulteriore di chiarimento sul lavoro compiuto, direttamente rivolto, verso l’azione tutta, preparatoria e conclusiva a risolvere.

*Riflessioni
*
Le favole sono il riflesso del sogno, il sogno la vita.
Verità nuda e cruda dell’ illusione.
Per vivere, tutti abbiamo bisogno della nostra favola,
soltanto noi ne siamo i padroni!
!
*


*Il cuscino; Il materasso…


Questi, sono elementi molto importanti: per quanto riguarda me, ho avuto bisogno di un letto, minimo una piazza e mezzo, sentivo la necessità di uno spazio che mi permetteva di nuotare nel letto; il materasso, per me deve essere morbido, morbido, morbido, come pure il cuscino, ma non deve avere uno spessore consistente.


*Prepariamoci a dormire

Ci siamo...
Mi siedo tranqullamente sul letto, pensando al da farsi.
Con tutta tranquillità, lucidità, ma stando attento a non farmi prendere dal panico, nel pensare se dormirò o meno.
Bisogna cercare di non pensarci, altrimenti, assaliti dalla paura, siamo fregati in partenza; calma...punto! Inizio a spogliarmi; tolgo le scarpe, il resto...mi sdraio...mi rialzo...con calma -se questo è il mio desiderio al momento, pure andare a fumare una sigaretta, se reale desiderio c’è...altro-.
Fatto questo, ritorno...sempre, raccogliendo, serenamente...la calma; mi risdraio sul letto, poi...forse...mi rialzo, ma sempre controllando la calma, senza paura, e sottolineo.
Cerco di trovare la posizione più comoda -non è facile-, ma sempre con calma, dico a me stesso...e allo stesso stempo lucido -calmi-lucidi- devono diventare stadi complementari, diventano insieme, fattore unico.
Continuando...nella ricerca; a sistemare governando le altre parti del corpo per una ottimale posizione, ma sentendomi sempre libero di scegliere per altre possibilità; nulla è scontato! A riguardo, sperimento e faccio qualsiasi cosa mi venga in mente, ma sempre con calma, con cognizione cosciente dello spazio e del tempo; lo spazio è il tempo; il tempo, lo spazio.

Non esiste nè altezza nè lunghezza...incalcolabile, bisogna annullare tutto.
Come potremmo misurare il tempo, in quanto divisibile all’infinito, così, il pensiero deve perdere qualsiasi dimensione, di spazio e di tempo, -e magari dimenticare pure che esisti-.
A confronto di un’ inesistente parametro comparativo, soltanto il tempo può farlo, e soltanto la mente abbandonata a se stessa.
Usando il suo stesso metro, il tempo; la misura del, o il metro; tempo è il tempo, quindi annulla se stesso e chiaramente la sua esistenza; accostiamo questa idea al pesiero per dissolverlo.
Questi pensieri -apparentemente fuori luogo-, per me si sono rivelati importantissimi, in quanto mi hanno preparato la via verso la comprensione ad abbandonare la mente a se stessa -concetto che deve continuare a persistere ed esistere, - purchè non diventi ossessione- ma, assimilazione automatica, naturale, infatti adesso non ho più bisogno di dover entrare nella posizione di sconcentrazione che consiste nella qualità di disgregazione del pensiero che deve essere obbligatoriamente sostituito dall’immagine, primo, che è corrente in se stessa.

*Come mi sono accostato alla calma

Nel più tragico - capitato - mi sono ritrovato in una situazione, costretto ad adempiere, inutile sottilizzare.
Smisi subito di bere, per l’impegno preso -l’impegno è l’impegno, e per un’insonne diventa tormento.
Era un lavoro che -come spesso mi capita-, richiedeva il massimo dell’attenzione -manualmente parlando-, oltre all’attenzione rivolta sul significato del messaggio da trasmettere; un lavoro artistico, per farla breve.
Il troncare con l’alcool, costretto e di colpo, mi provocò immediatamente, uno stato di tensione muscolare che già fù avviso che quella notte non sarei riuscito a dormire, e così è stato, nè le altre a venire.
Presto, assalito fortemente dall’ossessione dell’insonnia, cominciai a vivere nella stizzante angoscia…stanotte non si dorme!
Questo provocò una terribile tensione muscolare - specie sulle coscie - che aumentava di notte.
Il pensiero, rifletteva e cresceva a cercare al più presto una soluzione -grave errore-; agiva fortemente la paura ad affrontare il giorno seguente che chiaramente, vivevo in maniera nevrotica; nervosissimo, tesissimo, irascibile, svogliato; la paura è il più grande nemico!


*Liberare la mente

La mente non si libera, pensando di liberare la mente.
In quanto, pensando di non pensare -non abbiamo cultura che ci predispone a tale comprensione-, contemporaneamante...stiamo pensando.
La mente si libera quando non riceve alcun comando; emozione, obbligo, nell’accorto di noi stessi.
Bisogna eliminare qualsiasi possibilità di pensare ma come? anche se il nostro pensiero possa avere aspetto gradevole, mirato ad un sogno realizzabile, o che ci si faccia prendere dal fascino sognante del realizzabile impossibile; significa pensare; anche questo è un’ostacolo -vietato intraprendere discorsi o dialgo, con se stessi o immaginariamente con altri o altro; sconcentrazione è la parola d’ordine!


*A raccogliere la calma

Dunque alzato dal letto, ricominciava il problema pensando di nuovo alla nuova notte d’affrontare -che fare - come fare-.
E nella notte, assalito anche da isteriche crisi di pianto... decido;...adesso bevo -alcolici-, e chi si è visto si è visto -non avevo altre vie di scampo, considerato che gli psicofarmaci non mi davano aiuto alcuno anzi, mi portavano nel mondo delle allucinazioni, peggio che andar di notte.
Così, bevvi un paio di litri di vino e finalmente riuscii a dormire! Continuai a bere per due tre giorni di seguito, prima di andare a letto...ma riuscivo a dormire! Come o non come, quella era la cosa più importante; dormire.
Nella comunque sia calma, data dall’alcool, ne approfittai per fare il punto della situazione.
Cercavo di capire quale sarebbe potuta essere la soluzione migliore.
Continuare con l’alcool, specie in quel caso, significava ritornare punto e a capo; con calma, non con calma, ancora di più -raccolsi-, decisi di ricorrere di nuovo agli psicofarmaci -pur sapendo a quello che potevo andare incontro-, devo dire che in quel caso mi furono di grande aiuto.
Non dormivo lo stesso, ma mi tenevano calmo, rilassato, e più importante...riflessivo.
Nell’analizzare il mio comportamento, durante quei giorni, osservai i miei movimenti, la flemmaticità, il non stupore -anche la mia volontà, in questo ne prendeva parte, approfittando dello stato di rilassamento procurato dal farmaco-, smisi ad un certo punto -non vedevo l’ora-, di assumere farmaci.
Giustamente pretendevo da me lo stato naturale per dormire.
Continuai in seguito, ad adottare lo stesso modello comportamentale, -farmaco-alcool- procurato.
Questo fù un primo passo; continuando comunque a non distogliere lo sguardo verso una soluzione ottimale, puralternandomi ancora a periodi alcolici.
Non mi sembrava vero, quando cominciai finalmente a dormire e quasi senza sforzo a chiudere definitivamente con l’alcool! La vera conquista sull’alcool consisteva chiaramente sul fatto che finalmente....dormivoooo!

* Tentativi

Dopo aver provato a cantare -in mente-, ripetere poesie, riraccontarmi di storia e quant’altro, non scartando nemmeno la possibilità di contare le pecore, che ad un certo punto succedeva che più ne contavo tante più ne arrivavano, e via, presto, a cambiare di nuovo argomento, così sempre... cambia ora, cambia presto, cambia adesso.
Cominciai, nell’immediato -prima-dopo-sotto-sopra-, a cambiare di continuo l’immaginario mentale figurativo, sforzandomi di farlo nella naturalezza, tanto ne è padrone solo la mente; cominciai così, ad avere i primi ingenui risultati, per lo meno cominciai ad assaggiare un po’ di calma, in quanto vidi un primo spiraglio di luce, che a questo punto ne avevo bisogno per continuare in questa avventura, dove nessuna delle persone che conosco avrebbe potuto darmi un consiglio al riguardo, quindi, nel rischio che assolutamente non avrei potuo prevenire, -nel riconoscimento della mia totale ignoranza, specie sulla questione- ma sempre raccogliendo e controllando quanto più possibile la calma, e sempre cercando di analizzare ciò che accadeva volta per volta, affinche potessi avere sempre la possibilità di controllare la situazione, quanto più specularmente possibile -specie riguardo la perdita del controllo, su ciò che stavo acquistando; ero completamente lontano dalla comprensione sul significato della parola; CONTEMPLAZIONE.
Perciò avevo paura del non controllo; per forza il tutto doveva continuare a ripetersi -visto il beneficio del risultato-, perciò dovevo assolutamente codificare il fenomeno.
Inizialmente, questo gioco durava ore, ma verso le ore 5-6 del mattino, riuscivo finalmente a prendere sonno dormendo naturalmente e profondamente.
Ma poi bisogna alzarsi, andare a lavorare altro-insomma, c’è il nuovo giorno d’affrontare, e bisogna farlo.
Quando chiaramente che non mi dovevo alzare, mi sveglio quando voglio -tutte le volte che posso e ho sonno ne approfitto, c’è molto da recuperare-, riuscendo anche a gestire, sempre con calma, la volontà di farlo, anche decidendo in obbligo, e pure con l’aiuto della sveglia; che sia acutamente trillante o meno non è un problema, dopo un buon sonno si è tolleranti.
Nel rileggere quello che ho scritto, a volte ho l’impressione di non capirci molto, ma basta che mi soffermo e tutto ridiventa chiaro -incredulità dell’accaduto, o paura che tutto possa ricominciare?- Spesso rileggo, proprio per ripercorrere ciò che faticosamente ho costruito, e per avere lo spirito, probabile, ripronto a nuova lotta.
Bisogna arrestare il processo del pensiero, il pensiero è….concentrazione, invece abbiamo bisogno del contrario; noi disperatamente insonni, una concentazione sulla sconcentrazione, una concentrazione nella concentrazione; e in questo l’annullo; staccare la spina - interruzione del pensiero -è da imporsi-, quindi è concentrazione….ad annullare; per entrare in un altro mondo, la mente che entra nel suo stesso mondo naturale, in posizione instabile in un visionario di contrapposizione, sovrapposizione, visiva d’immagini -l’immaginario che appare naturalmente in via libera, è il migliore-, il tutto, a meccanismo assimilato, permette l’aggancio indisturbato ad entrare nella fase che io chiamo presonno.
Adesso chiaramente questi passaggi li scarto tutti automaticamente senza sforzo, ma se non ci fossero stati, mai sarei arrivato a questa magica conclusione.
Come dire, se non ci fosse stato l’Illumunismo, è probabile non ci sarebbe stato il Rinascimento.

*Il controllo

Chiaramente quando scrivevo di questi brevi saggi, viaggi o come meglio chiamarli, esercizi, opppure... altro non erano, che una scelta inconscia, ancora non chiara da prendere in considerazione per una seria considerevole analisi, che mi permetteva di dire, ok…ho visto giusto!
Ora mi accorgo vivamente, che la scelta di questi argomenti, o la struttura o collocazione dei vocaboli, ecc. non è avvenuta per caso, erano pensieri, intuizioni giuste, a scorrere verso.
Inconsciamente, precorrevo un tirocinio a comandare il controllo da non controllare, un controllo -Auto-revers- Autocontrollo risponde; governare se stessi, stando sulla stessa giostra, quella di se stessi, in compromesso, o nel migliore dei casi in convivenza, con se stessi -convivere con se stessi, per me vale: ci si conosce, sappiamo chi siamo, soprattutto sulla riconoscenza dei propri limiti, in piena coscienza, della lucida, propria, amministrata conoscenza, che si muove in libertà consapevole, in uno spazio condizionato, ed, educato ad armonica convivenza.
Democratico-convivenza- intesa al volere legislativo, interpretativo-soggettivo- obiettivo -Vedo ancora lontano da noi una democrazia nel pari bilancio del sereno vivere e convivere con la natura, tutta!; dove ogniuno è libero di agire e pensare, nel vivere desiderato, senza intaccare altri, nè essere intaccati.
Nella qualità armoniosa del vivere in coscienza di conoscenza.
Non nasce la possibilità di disturbo per il sonno, in condizioni a questa favorevole.
La minima preoccupazione quella che tale ogniuno sente, no può dare sonno tranquillo; per noi sensibili insonni, o no!



*Momenti

Anche nei momenti cosidetti felici -a riguardo, dico-
c’è sofferenza, in quanto mi portava a pensare che quel momento, prima o poi sarebbe potuto finire.
Si vive in un mondo negativo, già prima il manifestarsi, in aggiunta di una realtà costante dove si vive e soffre allo stesso modo.

*Il “presonno”

Quando si sta per entrare nella fase pre-sonno, non ci si accorge cosa sta succedendo.
Questo significa che la mente non presta, e non deve prestare attenzione al processo mentale; deve invece esercitarsi a fregare l’attenzione, disercitandosi ad esercitarsi-diseducandosi, alla comune educazione -in funzione del dormire, nessun pensiero può arrecare danno, perciò sciolti e liberi, allontanando se è possibile, qualsiasi preoccupazione che il pensiero possa essere peccaminoso o pericoloso per la salute mentale-, convenzionale o convenzionata; peggio, condizionata a subire l’influenza esterna che allontana dal modo di agire della mente, lasciata libera nella propria identità, che si autogestisce esclusivamente nella stessa propria libera natura.


* Liberare la mente

Il pensiero non ha regole, così la vita, così l’arte! Proverò adesso a parlare del gioco-processo, Antitodo del Sonno, cercando comunque di stare quanto più possibile, lontano da argomentazioni che richiedono l’ausilio della memoria.
La memoria implica Concentrazione.
La concentrazione -tiene svegli-. Come -in mente-: cantare una canzone, riprtere un motivo musicale, recitare una poesia, qualcosa che abbiamo sentito o che ci fa piacere ricordare...VIETATO! Mi accorsi che tutto questo era dannoso, spingeva -nel mio caso-...a maggior concentrazione.
Avevo invece bisogno di distrazione-mentale.
Dovevo annullare qualsiasi forma di pensiero; liberare la mente.
Ma, pensare di liberare la mente significa...PENSARE! ne parlerò ancora.
Avevo bisogno invece di vagheggiare-navigare-ritornare-strafugare-nare-rane-era-nato-roto-toto-tito-taro-tato-tata-tè-; era questo il modo migliore che l’intuito mi suggeriva di adottare per riuscire ad annullare il pensiero.
Annullare il pensiero significa...chiedendomi pure, dove avrebbe potuto portarmi la SCONCENTRAZIONE.
Viaggiare a ruota libera -lasciando al pensiero, la libertà di Farlo-, abbandonare la mente a -se- -la mente si libera soltanto, quando non subisce alcuna influenza -condizione-governo-, viaggiare avanti e indietro, senza meta, nè sipario.
Solo con il pensiero, tanto, nella banale ma sana convinzione che fisicamente non avrebbe potuto portarmi a sbattere da nessuna parte; anzi, trovandosi immaginariamente di fronte alla visione di un muro; grande e piacevole, si trova finalmente, la possibilità di attraversarlo; sapendo che nulla potrà ostacolarti e che niente di sgradevole potrà accadere.
Non succede questo ed altro, nel sogno? Soltanto nel sogno possiamo permetterci qualsiasi lusso, nel sogno nulla è vietato; evviva la libertà! Tutto questo viene deciso nell’inconscio del sogno stesso che si evolve continuamente, la mente abbandonata a se stessa, è stimolata da influssi emozionali, -percepiti volontariamente o involontariamente, durante tutti i momenti vissuti fin dalla nascita che incancellabili si riaffacciano nei ricordi cestinati -premonitori proiettati nel presente, malauguranti - auguranti, del passato, del presente, o per il futuro, proiezioni soltanto da noi, sensorialmente, sensitivamente pronosticati o preagnosticati, ammonitori dal passato, del presente e sensoriali nel futuro-, altro; partorisce il tutto, percepito dalla propria sensibilità perlustrativa.
Nel sogno, il dialogo -quando accade-, qualsiasi l’interlocutore, è sempre la nostra mente a stabilire, sia la domanda -eventuale-, che la risposta, -tra l’altro, la risposta che da l’interlocutore corrisponde chiaramente a quello che noi ci aspettiamo o quello che abbiamo desiderato, o corrisponde a risposte che abbiamo avuto in una situazione reale, -le risposte siamo noi a darle-, è la nostra mente che sogna, non quella d’altri!


*Fase presonno

Nel sogno le situazioni -qualsiasi-, arrivano, scompaiono, si moltiplicano, si sviluppano, si trasormano velocemente in forme e figure diverse, nell’immediato si disintegrano a sostituire, ecc. -non bisogna fare altro che riflettere la struttura del sogno... a specchio, nella nostra mente, per entrare nella fase del Presonno -e insisto-.
Questo è ciò che insegue la mente, finalmente in libertà. Questa è la cosa più importante da proiettare verso, per capire, come abbandonare la mente a se stessa! Questo è il modello, che -ad un certo punto- si stabilisce nella mente nella fase del presonno -in quanto ancora sveglia ma avviata verso il sonno-, e poi del sonno.
Ma prima di questo bisogna che noi ci predisponiamo a cedere nell’abbandono senza paura -posso garantire che più di non riuscire, non può succedere-.
Bisogna soltanto insistere! Perdonate l’insistenza, ma proprio questo mi ha consentito di uscirne! L’INSISTENZA!

*Sul Credo

Sono proprio questi concetti che anno contribuito a chiarire la mia posizione sul da farsi...PULIRE LA MENTE; cercando di portare sempre la mente in condizioni migliori possibili ad aprirsi sempre a nuova possibilità nel vederci chiaro.
Adesso mi rendo realmente conto che tutto quello che ho avvertito-intuito -soprattutto a livello inconscio, che poi mi ha dato sempre ulteriore possibilità di analisi, sulla scelta di argomentazioni che mi venivano da trattare-, aggiungendo e sottraendo-; non è mai arrivato nulla per caso, evidente era un percorso mentale obbligatorio, che a chiara visione, consapevole lo era solo il mio sentire, non altro, l’io lucido, presente a se stesso, che ti da la fede per continuare.

*Sulla Fede

Forse sto cominciando a capire cosa vuol dire Fede, e intanto comincio con il dire che credo e fede sono la stessa cosa.
Credo, che per credere, non bisogna mai avere dubbi su ciò che si crede, certo e’ questione di culto, venerazione, allattamento per la crescita di un proprio credo o fede.
Avete mai detto io ci credo, cosa è successo, niente evvè! La fede e’ coltivazione, devozione totale, purchè cresca.
Credo pure che, credo e fede, non hanno nulla a che vedere con la ragione, razionalmente parlando.
La persona che crede è felice, in quanto crede; chi crede, non giudica, non si pone domande, non potrebbe.
Questo è ciò che dovrebbe esistere nella convinzione del Credere, Credo... non altro! Fede o Credo, annulla qualsiasi dubbio.
A questo punto, credo che bisognerebbe arrivare ad un grado d’innocenza -per credere con fermezza-, purezza, ingenuità, pari a quella di un bambino -non ho scoperto l’acqua calda e qundi credo proprio di essere nel giusto-.
Il bambino, crede senza conoscere nè la parola Fede nè Credo.
Crede; solo perchè semplicemente crede! Il bambino che non ha ancora scoperto chi è la Befana, a domanda se ci crede, esiste o non esiste, risponde con certezza...si! -Siamo noi stupidi già, a creargli il Dubbio-
Nulla e nessuno gli farà cambiare idea; Lui...CREDE! Peccato, quando scoprirà la Verità! Si comincia a crescere quando si viene a contatto con la
cruda realtà.
Il primo passo verso il non credere è il dubbio, l’incertezza, ecc. Tutto questo è distruttore di qualsiasi credo, a non conoscenza di altra possibilità che possa esistere in potere della nostra mente.
Credo pure che credere, sia più semplice di quanto si possa immaginare, se penso quando si dice... basta credere -è nà parola!-.
Ma che significa!? Credo che significhi credere all’ impossibile; tipo guarire dall’insonnia! Basta e bisogna credere; esercitazione nell’autoconvinzione.
Per una mente come la nostra, educata al razionale è impossibile Dire, ci credo; IO CREDO, a chi, e a che cosa...alla Befana!?
Onestamente mi sentirei stupido se dovessi credere a qualcosa d’irrazionale con questi presupposti.
Perciò, bisogna davvero credere alla Befana, e che l’impossibile è possibile, tutto ciò che appare illogico, in quanto non conosciuto non può essere analizzato-calcolato; allora spaventa! Ma solo perchè siamo ignoranti! A crederci.
Soprattutto questo ho inseguito per raggiungere la soluzione finale.
La conquista a conoscere il significato della parola irrazionale.
Come funziona la logica dell’irrazionale, chiaramente ancha l’irrazionale ha una propria logica, scoperta, nella sua illogicità, soprattutto nell’ordine scientifico, quando diventa impossibile avere informazioni necessarie per poter quantisticizzare; per me uguale...libertà del pensiero -specie in questo caso-, che consiste a non sindacare sul pensiero stesso, annullando la possibilità di un qualsiasi servizio a giudizio.
Soprattutto sulla natura del pensiero avvenuto -bello, non bello, morale o immorale, nessuno è in grado di stabilirne la giusta dimensione, ogniuno ne assume un valore soggettivo.
Il peccato è scoperta, conoscenza; inoltre chi può impedire a un cervello di pensare, nemmeno il cervello stesso. Pensare non è peccato, è un fenomeno naturale, agire forse può esserlo -dipende da quello che si fa-.


*L’analisi non da il SONNO!

Il processo al colesterolo, da alla mia ragione la ragione
di conoscerlo!? Ma chi se nè frega, io devo dormire...punto!
Mi rendo conto che così a freddo, forse potrebbe essere non facile da capire.
Sò che è dura -eppure è semplice, almeno mi auguro di essere stato chiaro in questa confusione, la coerenza nell’incoerenza, ma è soltanto questione di allenamento.



*Riscoprire la semplicità

Ritrovare la felicità nelle cose più semplici -qualsiasi la
scoperta che sia stata fatta, alla fine si esclama; e che cavolo, possibile che non sono riuscito ad arrivaci prima, sono proprio uno stupido...era così semplice! Purtroppo questo accade sempre ad avvenuta scoperta-.
E’ possibile ritrovare un pò di felicità mangiando pane e cipolle? Io dico di si, oppure dare quattro calci ad un pallone, ma giusto quattro, pochi insomma, semplicemente sorridendo al gusto di farlo.
Tutto insomma che possa regalarci un pò di piacere, distensione, serenità, tranquillita’, pace!

*Proviamo

Proviamo a tentare di credere, cominciando a crederci, tanto succede o non succede, ci abbiamo semplicemente provato.
Lecchiamo le nostre ferite, guardiamo i nostri -forse non ne eravamo così convinti- errori; ma nessuno ci può impedire di ricominciare.
Si dice: finchè c’è vita c’è speranza.
E cominciamo a crederci per davvero, iniziando un pò per volta ad annullare la speranza, ma funzionerà solo se in essa c’è costruzione -preghiera- forse è la strada giusta per cominciare a capire che il trampolino di lancio della speranza è il sogno, o semplicemente il pensiero ma, va costruito di pari passo alla forza espressa nel desiderio.
Da un piccolo seme spesso nascono cose inaspettate.
Il segreto sta nella fede contenuta nel seme, quanto...
crediamo in quel seme; -bisogna però essere ciecamente
devoti, e soprattutto…coltivare!
Fede...è soprattutto questo...Amore! Amore è devozione! Il Credo è la verità di ogni essere, altrimenti non potremmo sapere nemmeno di esistere; se non credi di esistere...non esisti!...


*Giocando a disintegrare

Questi giochi analitici, saltati fuori nelle notti insonni che giocando a diluire, sui suoni delle parole, hanno rappresentato, inconsciamente il pas di entrata, l’avvicinamento a sconcentrarmi -mentalmente-, sulle argomentazioni che capitavano nella fase del presonno.
Nella cosidetta lucidità giornaliera, continuavo anche analizzando, ovviamente, fino ad arrivare ad una conclusione senza significato, pure di un solo termine o parola.
L’importante era riuscire a giocare sulla fluidescenza dei suoni o parole -questo avveniva inconsciamente-, fino a disintegrare, non solo il significato, ma la parola stessa, per concentrare la mente, bisogna a tutti i costi costringersi a non fare uso della parola -mentalmente parlando-, questo deve avvenire ponendosi in una condizione di rilassamento totale, ma senza concentrarsi a farlo, bisogna assumere
un atteggiamento strafottente; ci sono e non ci sono,
succede, non succede, è lo stesso, mai nell’attesa, mai cercare di accorgerci che stiamo per addormentarci, o cercare di credere che sta per succedere -di addormentarsi-. Come dare; senza mai aspettarsi di ricevere, nel risultato scontato di; qualsiasi cosa arrivi... ri...la...ss...ati,
di...sin...vo...lti; vietato pensare di cogliere il nemico
-pensiero di stare per addormentarsi- di sorpresa.
La nostra mente lo avverte nell’immediato.
Perciò, puliti-innocenti-igniari-ancora più importante.... TRANQUILLI, e non nell’attesa; guai!
Come magari sentirsi cullati -ad immaginare-, dalle onde del mare, altro.
Questa l’antitesi alla sconcentrazione!
Potrebbe pur essere un azzardo affermare, che questo lavoro mi abbia portato ad acquistare un sonnifero-naturale, ma passeggiando a ritroso nel tempo trovo queste argomentazioni sperimentali-analitiche, parallele alla conclusione.
Ora che questo sistema possa essere D’O.C. o meno poco m’interessa.
So soltanto che adesso DORMO e questo è un dato di fatto certo, e che io stesso possa crederci o meno, non me nè può fregare di meno!


In uno dei tanti esempi: a disintegrare: Sono già disteso sul letto...penso e dico -in mente- : l’erba mi fruscia addosso, mi fermo...l’erba fru...a...a...bo! Non dico più...continuo a giocare -se mi riesce a non continuare il discorso, mi fermo proprio, molto meglio-, anche dire... continuo -non bisogna farlo-, rientra a far parte del gioco; mi blocco, taglio, e penso a un altra cosa.
Cambio immagine o parola, deve diventare automatico farlo, naturale, diventa veloce, -ad un certo punto mi accorgo che stavo continuando a pensare -senza accorgermene-, magnifico; il pensiero cominciava a navigare da solo, la situazione è ottimale, ma me ne sono accorto, peccato.
Intanto questo mi ha dato modo di capire che sono entrato nella situazione giusta, uno stadio di tranquillità, ancora una volta ci sono vicino, ma non devo sperare o disperare, e continuo tranquillamente -assopendomi-, sopprimendo istintivamente, o volontariamente, prima che succeda qualsiasi cosa nella continuità del pensiero o immagine...cambia...presto -cambia da solo il pensiero o l’immagine-...cambia subito...cambia ancora...sostituire...automatico, volontario e involontario, ancora... ancora... ancora…di nuovo…

*A parlar di favole-

Anche quando scrivo favole, altro -spesso-, lo stile, riflette al modello-sonnifero, per questo modo frequente di saltare, dislogando repentinamente da un’immagine all’altra, senza
starmi a preoccupare se esiste un filo conduttore che possa più o meno portarmi ad una conclusione.
E’ tutto da vedere, ma mai necessario; specilmente per quanto riguarda la disgregazione della parola, o immagine. In riferimento all’entrata nella fase “presonno” -nel caso di una favola è ovviamente necessaria una conclusione, forse! Ma in una attenta osservazione quella che leggerete appresso, è una favola senza testa nè coda, manca il corpo-...e io devo dormire; il resto poco conta!


Favola del piccolo Ruben


Questa è la favola del piccolo Ruben
un bambino piccolo piccolo
che come tutti i bambini è il più bello del mondo.
Dunque, tutto d’un fiato, un giorno
ci troviamo sulla montagna antica
e c’è qualcuno che racconta favole turche,
mentre le donne partoriscono lucci
e gli gnomi raccolgono grandi quantità di chiodi
che poi mangiano in abbondanza.
Fanciulle di tutti i colori,
stendono sui fianchi della montagna
enormi veli bianchi,
compreso qualcuno rosso e qualcuno giallo.
Vecchi e bambini raccolgono legna
per farne grandi pire di fuoco.
In processione i monaci si dividono a profumare l’aria,
aleggiando un intenso fumoso profumo d’incenso.
Il re della montagna è stato fatto prigioniero
nella gabbia gigante,
perchè pensava di essere l’Uomo più Grande della Terra.
La Principessa dalla maschera d’oro
è fuggita nel nascondiglio incredibile,
così in Cento, ci siamo incamminati
alla ricerca della Bella Madonna.
Dopo aver percorso, mille ed un quarto chilometro
Siamo riusciti ad incontrare l’Orco Tiranno,
per strappargli il segreto del sonno.
All’alba, tutti insieme,

il nascondiglio incredibile,
fu scavato nelle fosse del vento,
e nei buchi dell’aria,
siamo riusciti a trovare la Principessa dalla maschera d’oro.
Un colpo di fulmine ci da ragione
di assorbire tutto il suo Splendore,
così, al sol vederla, tutti,
ci siamo innamorati della dolce figlia del Re.
Ma una grandine verde,
permise alla maschera d’oro di volare via,
e mannaggiamai la Principessa, ha la testa di un asino,
e subito il suo pianto,
gira dall’una all’altra parte del mondo,
bagnando le orecchie di tutti i marinai,
le barche e i loro figli,
persino i pesci non riuscirono ad sciugare le loro pinne.
Povera principessa, la grandine verde,
riuscì a svelare la verità dell’Essere Possibile.
In un attimo,
in cento, delusi e innamorati,
torniamo cantando sulla montagna antica,
dove tutto molto non è cambiato,
ma un arpa d’oro è spuntata tra le foglie d’argento.
E qualcuno non racconta più favole turche,
le donne non partoriscono lucci,
gli gnomi hanno digerito i chiodi,
le fanciulle ripiegano gli enormi veli bianchi,
compreso qualcuno rosso e qualcuno giallo,
vecchi e bambini raccolgono cenere,
i monaci hanno bruciato tutto l’incenso.
Il Re della montagna è sparito,
la principessa dalla maschera d’oro
è soltanto un asino,
l’Orco Tiranno non può più dormire,
il nascondiglio adesso si vede,
e buchi dell’aria sono diventati grosse palle.
In cento, non siamo più innamorati,
la grandine verde è svanita,
i marinai non hanno più le orecchie bagnate,
persino i pesci si sono asciugati.
La voce è finita:
la Verità dell’Essere Possibile,
adesso è impossibile
e l’arpa d’oro si è ritirata come un calzino rivolto.

Qusta è la favola del piccolo Ruben,
che come tutti i bambini è il più bello del Mondo!


*Insisto; in chiave risolutiva -sconcentrazione-

Non devo decidere con la mia volontà cosa pensare.
Ma la Mente, in quanto, Identità indipendente, Libera di andare-tornare-fermarsi-ecc.
Decisione abbandonata, soltanto alla Proprietà della Mente, che agisce in maniera naturale, che in questo abbandono non deve, da parte della nostra mente, richiedere alcuno sforzo di concentrazione.
Dipende solo da noi decidere di abbandonarla o meno.
E’ solo questione di allenamento.
Bisogna lasciare alla mente la possibilità di gestire a SE. Come? L’abbandono, senza paura.
Accontentiamoci di riposare, e se si ci riesce, posso garantire che non è poco.
Riuscire a farlo nella migliore qualità, risponde quasi al dormire, rilassandosi, senza pensare di rilassarsi; pensare di rilassarsi implica concentrazione, in coscienza presa, in rilassamento: abbandonare l’idea.

*Il tempo non esiste

Accade nel Tempo di sempre .
C’è sempre un tempo, a stabilirlo o meno, nel tempo, di un tempo, che non esiste nel tempo; lo si può stabilire, non calcolare, in quanto divisibile all’infinito.
Stabilito...inizia e finisce; ma in quale tempo! Certo, posso fare quello che voglio del mio tempo, ma non del Tempo.
Nessuno sa cosa è il Tempo.
Nessuno sa quando è nato il Tempo, nè quando finirà.
Esiste nell’inesistenza stessa del Tempo!
Il Tempo; pur preso per un attimo -il che, nella misura dell’infinito, manco da considerare-, è solo un attimo, ma ancora infinitesimalmente possibile da calcolare come identità dell’eterno, perciò… il tempo non saprebbe che farsene di una qualche misura.
Non si può dare un tempo al tempo, visto che il tempo non ha Tempo.
Proviamo ad immaginare cosa è il Tempo...niente!
E niente è niente, annulla se stesso, quindi...inesistente.
Visto che il tempo non è mai nato...esiste?
Queste considerazioni continuavano a far parte della ricerca, se pure inconscia ma spasmodica, sulla disintegrazione del pensiero-.



*Considerazioni

Il Credo o il credere è la Perfezione; basta credere, e tutto si avvera.
Tutti gli uomini vorrebbero essere Dio, per conquistare ciò che si desidera, ma fino ad un certo punto.
Quando si pensa, che essendo noi, diventati Spirito, non potremmo più godere di felicità materiali, valutate e conosciute, muore il desiderio del divino.
Il punto è che non conosciamo quello che può offrire il mondo spirituale e allora ci accontentiamo del poco chè di nostra conoscenza, se pure tanta, ma non sufficiente per sapere cosa può offrire il mondo spirituale, la luce…Dio!
Quindi a parer mio, la gloria terrestre, non è sana ambizione -in tale valutazione; valutazione, uguale economia, nella concezione materiale, il godere non bada a spese-, ma misera condizione dell’ignoranza!
Non esiste ipotesi nè calcolo approssimativo; credere, realizza! -per chi crede-.
Ma in cosiderazione che tutte le opinioni possono avere gli opposti; allora, liberi tutti nel proprio Credo! Cosa molto Importante è; che io dica di essere persona ignorante al riguardo di tutto.
Sono un’ Ignorante Generico; come tutti del resto: embè, è pur sempre una specializzazione...la migliore a parer mio.
ha, ha, ha!

*Considerazioni, opzionali

Queste considerazioni hanno contibuito enormemente ad
allargare il raggio d’immaginazione alla ricerca delle o della possibilità risolutiva.
A pensarci è semplice ora, basta osservare la struttura confusionaria, libera, del sogno, che spazia navigando l’infinito della nostra mente.
Bisogna semplicemente trasportare tale struttura alla fase
presonno.
Vietato usare - per me - altre infrastrutture.
Questo è il concetto da me inseguito - che poi automaticamente e naturalmente, sono riuscito ad assorbire, senza più ricorrere alla forzatura di entrata - l’esercizio, preparazione presonno-.

*La struttura del Sogno

Per quello che il mio intuito analitico consente, dico che il
sogno si manifesta attraverso immagini partorite dalle nostre emozioni sensoriali, - extrasensoriali - intuitive -conscie ed inconscie - .
La struttura del sogno funziona per tutti allo stesso modo.
Immagini che cambiano, si trasformano in continuazione, si evolvono senza nessuna regola o strumento, senza alcun governo o decisione alcuna.
Immagini che arrivano sovrapponendosi, svaniscono, ritornano, magari somiglianti, ma sempre diverse, se pur, dislogandosi senza un’indirizzo, in luoghi senza spazio, tempo, nè collocazione geografica o temporale, nella maggior parte dei casi; inavvertitamente, ecc. Questo accade, allo stesso modo, anche quando siamo svegli -bombardati in continuazione da immagini - suoni -parole - ecc. ma nulla sfugge alla nostra memoria fotografica -sensitiva - e tutto ciò che primo ci emoziona , prima o poi si può riflettere nel sogno.
A livello conscio ed inconscio, a livello emozionale o intuitivo, dove tutto viene, automaticamente registrato; senza alcun comando imposto; la mente ha la capacità di memorizzare colori, che spesso e non a caso vengono associati a stati d’animo che a convenevole patto della mente, deleghiamo a luoghi e situazioni diverse - Es.: non sempre associamo il colore blu a momenti tristi.
Chi può dire questo, non esiste una regola per associazioni di colore che trasmette obbligatoriamente questo o quello stato emozionale - es.: se sto bene, in una qualsiasi situazione, il colore del luogo dove mi trovo, può essere uno qualsiasi, la mia mente rifletterà lo stesso, in associazione gioiosa, ma solo in ricordo di tale stato!?.
La nostra mente è così incredibilmente sensibile, che riesce
addirittura a registrare profumi, che sensazionalmente riesce a riprodurre!
Questa è la nostra mente; un registratore photo-edrico, d’immagini, e soprattutto emozionale; installato nei microrecettori elettronici energetici del cervello.
Chiaramente adesso tutto mi appare semplice, ma ciò che è stato difficile intuire, era il capire che lo stesso processo strutturale del Sogno, andava trasportato di pari passo alla fase di partenza, che io chiamo “Presonno”, e non “presogno”; che contemporaneamente porta all’abbandono della mente.
Allo stesso modo si comporta la natura...che danza!

Questa è stata la chiave del mio SUCCESSO!

Buon sonno a tutti! mi Auguro!

P. S.: torno a ripetermi; non devo fare altro che riflettere, il modello o struttura del sogno alla mente, che automaticamente, si libera a navigare in se stessa!



*Per conciliare...

NINNA NANNA NINNA NEVE

Ninna nanna ninna neve
porta presto un sonno lieve
fa che sogni fate d’oro
torte panna e un gran tesoro

fatto tutto di brillanti
che però saran sonanti
mille ninnoli e folletti
son già lì intorno al letto

porteranno un regalino
per il bimbo nel lettino
un pupazzo bizarrino
con il naso lungo e fino




PARGOLINO PARGOLETTO


Pargolino pargoletto
tu che stai nella culletta
gioca a palla col fischietto
ecco arriva la mammetta

in orario sempre esatto
per la poppa delle otto
latte misto con biscotto
con un poco di risotto

ora dormi piccoletto
sognerai un coniglietto
vien la mamma con la panna
a cantar la ninna nanna


*Scritti Notturni


Questi sritti, nati nelle notti insonni -nè esporrò alcuni, per non annoiare troppo-, essi sonostati i veri fatui-contribuenti al risultato finale; potrebbero anche non essere letti, ma credo che darci uno sguardo male non fa.
Essi appartegono alla ricerca -gioco- fluidescente -disgregativo - ampliativo, del raggio immaginario -
- opzionale - risolutivo -

*IL “Sesto Senso”


Astratto:ciò che non è stato creato...DIO! La voce - uno dei
primi strumenti -naturali- sonori del nostro corpo -.
Il suono provocato dalle corde vocali tende così ad esternare il suono in azione di estraneazione - esportazione
- asportazione - astrazione- trasformazione: trasferimento
del suono verso l’esterno.
Estraneandolo, come estraneo dal nostro corpo.
Il suono emesso, provocato dall’espulsione dell’aria dei polmoni, attraverso contrazioni anatomiche meccaniche naturali, confluendo sulle corde vocali attraverso la bocca si dirige verso l’esterno -l’aere si estraere- si astrae in astratto, per astrarsi nell’aria- fuoriesce dal corpo, quindi si estranea, estraendosi ed estraniandosi dalla materia corporea.
Nel tentativo esplicativo di tale concetto, conoscendone il solo traguardo in fluidità, percettibilmente quantisticizzata, individuata sensorialmente, in quanto affidato al concetto dell’estraneo inimmaginabile, morbido, flessuoso, sinuoso, insinuoso, percettibilmente indefinibile o idescrivibilmente definibile, soltanto attraverso la fantasia, l’immaginazione percettiva sensoriale, anch’essa indefinibile, può essere magicamente ascrivibile nella nostra memoria fotografica sensitiva; lo stesso accade nell’espressione artistica definita astratta o astrattismo.
Es.: in pittura caratterizza un’immagine, cercando di renderla visiva o percettibile ai nostri sensi - come sempre l’arte è astratta - considerando la sonorità della parola astratto; astratto, in fluidescenza, fluido in discendenza - continuo - in continuità continua, morfologica; continua a produrre suoni come: arte - artista - astrae - trae -ritrae-ritrarre - ritrattato - ritratto.
Estraneo, si estranea, si allontana -in estraneo- si estranea in astro, estroso, si astrae a divenire astro, luce, intoccabile, inavvicinabile, in assenza di assoluta bramosia, cosciente, individuata, sensualmente incerto nell’impossibilità di stabilirne o definirne una o più forme.
Da confondersi con l’infinito - indefinito, assoluto.
L’arte, dunque, nasce per motivi esistenziali, fisiologici, come esigenza reale e naturale del vivere, trasformandosi perciò in esigenza.
Da incoscienza, inconscia -esistente nel conscio-, in coscienza naturale del vivere in esigenza; “sigenzia”, “essenzia”, “scienzia”, scienza, essenza, “senzia”, “essienzia”, “essisenzia”, “essesenza”, “senzaenza”, essenza, essenza della sostanza; sapere; conoscere la propria natura all’origine, in “coscienzia” della conoscenza -uomo chiede a uomo, risposta, in proiezione del senso della vita-.
Per quanto riguarda DIO; entità astratta superiore, presente -nel nostro D.N.A. o A.D.N.: acido desossiribo nucleico o nucleinico-, nel pensiero o nella nostra immaginazione -nell’estraneazione o astrazione della mente-, è stato interpretato -creato a sua immagine e somiglianza-...proiettato ad idem ecc...; concepito dipinto, scolpito, scritto, cantato ecc...perciò realizzato dal pensiero desiderato dal nostro senso immaginario, intuitivo, percettivo, sensoriale, sfuggente, fluidescente, evaniscente, immaginariamente concepito e materializzato.
E’ questo che possiamo definire astratto? Ancora -astratto, ritratto, ritrarre dal vivo, trasportare l’immagine viva, vera, alla vita -alla vista del sangue si reagisce con ulteriore violenza in non accettazione di realtà fragile alla materia-, di fronte alla natura mortale del corpo, apparente a noi; coscientissimi nella conservazione: “scorre sangue nelle mie vene, non acqua”; la vita, che pulsa in un enzime di colore rosso, vivace, vita viva; esaltazione dell’eternità, pazzia di sottrazione dell’altra vita -istinto di sopravvivenza-, non la nostra -all’esistenza il massimo del voto, zero spaccato o spacciato-; in arte trasferita in situazioni o corpi diversi, nella coscienza dell’ingiustizia conferita ai sensi -in sostituzione della vita-; si compie un primo ipotetico passaggio di astrazione attraverso la materia estranea al corpo da ritrarre; -es.dalla figura vera al foglio di carta-; oppure, stato di materializzazione, compìto in esecuzione di movimenti coordinati attraverso mente, occhi, mani, ecc...supportato ad altro corpo.
Passaggi apparentemente impercettibili, contemporaneamente fotografati nella mente, nel trasporto delle impressioni mentali visive dirette o indirette - contemporanee - agli arti manuali. Braccio, avanbraccio, mano, -braccio; parte anatomica del corpo -trasmittente e ricevente -: braccio-tecnico applicato
alla mente - ingegno, ingegneria applicata -, creando così la condizione ideale,
concettualmente e realisticamente realizzata.
Si può definire il concreto inesistente o astratto, quando tutto questo cade sotto il controllo dei nostri sensi? Non è forse questo il “sesto senso”? O é soltanto esrtranea fantasia? E’ il cocomero che vediamo cadere, ma la caduta? La possiamo soltanto immaginare -l’immaginazione...non è questo un’altro senso? Altro; percezione, intuito, ecc.-. Non è questa la riunione in un unico coro di tutti i sensi; a divenirne uno?
E’ questa, estranea fantasia, oppure, più semplicemente possiamo definirla realtà?


CONFESSIONE

In nome dell’onestà Religiosa

A partire dal comandamento che dice:
Io sono il Signore DIO tuo;
Non avrai altro DIO al di fuori di ME!
Così scritto - così leggo - così interpreto...Di primo acchitto, a me appare come un comandamento esclusivo, considerando inoltre; enunciato da un DIO, in quanto preclude qualsiasi possibilità di scelta; altro che Creatore! Impositivo - presuntuoso - dittatore-Assoluto.
Chiaramente le interpretazioni - rispettabili tutte- ma non per questo accettabili, sono sempre soggettive.
Analisi a parer mio significa: confronto con le più svariate e diverse opinioni; scartare - aggiungere - modificare -perfezionare-escludendosi aprioristicamente dall’influenza delle proprie convinzioni personali.
Altrimenti non sarebbe mai nato né l’esperimento nè la favolosa - sbalorditiva - conoscenza del fenomeno- perciò , asettici - obiettivi - elastici -lungimiranti.
Riflettendo su quale potrebbe essere la posizione di un uomo rispetto al concetto della parola Amore, e su ciò che potrebbe rientrare ad essere umanamente comprensibile trovandosi di fronte ad un fenomeno come il “Mistero Divino”; considerando gli opposti dico: supponiamo, se Amore significa amare, in quanto: “ama il prossimo tuo come te stesso”.
Quindi totale concessione di se stessi, concedendo a se stessi Amore ad annullarsi, per donarsi completamente o nella possibilità di identificazione con se stessi.
Colui che Ama, non può governare nemmeno se stesso. Amore non governa Amore, perciò... annulla; in conclusione: Amore non governa, Amore è, punto! Diventa automatico o matematico, dedurre - come credo sia - se l’amore è al di sopra del bene e del male - se DIO movesse a favore, sarebbe partigiano - allora, a cosa serve amare!
Umanamente - “volta l’altra guancia”- diventa immediatamente reversibile a favore dell’opportunista.
Sinceramente non amerei vivere in un mondo di fessi, a meno che, forse, non ci sia un rovescio della medaglia, che mi porta su un altra situazione mensionata nella Bibbia, dove troviamo una frase profferta da Gesù che dice... Siate puri come colombi e furbi come le serpi...a questo punto mi chiedo; devo prima fare la parte del fesso e poi al momento opportuno ti frego? Mi auguro vivamente - ammesso che queste parole siano realmente profferte da Gesù -per chi non crede-, che comunque, il risultato di un atteggiamento del genere sia per fini benevoli -non è da escludere-, comunque non si può accettare una possibilità di Purezza in una frase del genere o c’è l’uno o c’è l’atro - non mi sembra che Gesù fosse il tipo da accettare il compromesso o mediazione.
Comunque, se poi, indifferenti a tutto ciò che succede -siamo materialmente uomini, non spirito, indifferenti all’amore stesso, asettici al giudizio; giudizio secondo coscienza? Individuale? E l’unica risposta? O sarà possibile soltanto alla resa dei conti? Si può non giudicare se stessi? In riferimento al concetto classico; tutti viviamo sotto una legge razionale superiore, che non ci obbliga, ma dalla quale nessuno può sfuggire -significa che a fine giornata tutti facciamo i conti con noi stessi-.
Visto che nessuno può giudicare nè essere sottoposto a giudizio, allora è giusto e si è liberi anche di uccidere!? A questo punto in base a quale criterio potremmo essere giudicati, se tutto ciò che l’uomo è; è giusto.
Ancora; visto che nessuno può giudicare - DIO non escluso - come potrà esserci un “Giudizio Universale”; chi potrà assolvere a tale compito? Già, ma se DIO è DIO, a giudicare... DIO non può sbagliare! DIO è la bilancia della nostra coscienza! O è nella nostra!? - visto che natura, provvisti ne ha ogniuno- Quando, essendo noi capaci di cosciente autogiurisdizione ? Amore non può produrre il male- Amore, uguale Amore - Amore è il maestro dell’amore - di se stesso - è in se stesso - è come l’arte, non si può insegnare nè trasmettere -si può tentare di spiegarla, non di più-.
Amore non produce, altrimenti sarebbe strumento a provocare.
Se Amore è uguale a, Amore, non può generare Amore - essendo Vergine - Amore annulla Se Stesso, quindi... INESISTENTE!? Può nascere Amore per partenogenesi? Se così è, potrebbe rigenerarsi soltanto da se stesso!? A questo punto, credo proprio che abbiamo bisogno dell’elemento maschile,purchè si rigeneri; proviamo a dargli un nome... Libertà.
Supponiamo; Amore e Libertà, l’uno libera l’altro, e si concede.
Due forze compatibili, appartenenti allo stesso rango, ma di polo opposto, che ad unirsi potrebbero implodere ad esplodere.
Da questa esplosione ne nascerebbe probabile, un terzo elemento... la “Spiritualità”! Primavera di tutte le Primavere, che nasce dall’Unione di tutti gli Elementi...DIO! Oltre al fatto che se esistesse un DIO, questi sarebbe Unico per tutti...Unione, ancora una volta! Ma a questo punto, chi e che, ha creato DIO, poco interessa;-DIO; è self-creazione; Dio è generato dal nulla, in se stesso! Altrimenti chi potrebbe creare Dio, se non Dio stesso, per questo Dio è Dio!- Si può solo immaginare o supporre, che il Fenomeno dell’Unione tra gli Elementi, ha inizio e continua, non si sa da quando, certo, in un eterno ciclo ininterrotto che si perde nell’infinito aspetto dei Fenomeni Naturali.
Tornando a DIO; per una questione scientifica, quindi razionale, che dichiara le nostre caratteristiche - fisiche naturali - chimiche - organiche - energetiche; diventa inequivocabilmente chiaro che, l’Elemento “DIO”, è parte di noi, in quanto nel nostro D.N.A. è presente l’Idrogeno: componente, presente, sottoforma di gas e nella materia, presentissimo nall’aqua, oltre ad essere costituente essenziale della materia stellare ed interstellare…LUCE! “Se DIO non è in noi, non sta da nessuna parte”; diceva B. Brecht.
Inolre e chiaramente, DIO è nei nostri cuori, nella nostra mente, altrimenti non avrebbe ragione di esistere; ad abbreviare...DIO è Umano - DIO è Amore- ...Ma; poiché in noi esiste il bene e pure il male, in questo siamo diversi da DIO, in quanto sua Unica costituente è l’Amore.
L’unione dell’Amore con altro elemento, né intaccherebbe l’Identità Integra.
ESSENDO, per tale ragione; ESSERE -SUPERIORE- PERFETTISSIMO, altrimenti non potrebbe essere! Ritornando al “Comandamento” di cui sopra, e nella ricerca quanto più possibile di una sana - equilibrata - obiettiva - interpretazione, possiamo concludere che Unico e Nostro Signore, è soltanto DIO - in quanto Amore - visto che non potremmo conoscere alcuna felicità se non ci fosse tale componente!
A non tralasciare... “Il Mistero Divino”: l’unica e sola chiave, che ci può permettere ed accettare - umanamente -l’incomprensibilità del “Mistero Divino”, escludendo a priori, qualsiasi altro credo, Amore e il proprio IO: è la Fede.
Qualora l’uomo, riuscirà ad entrare in possesso dell’inesplicabile conquista della fede, potrà infine, entrando nelle grazie della conoscenza, gli consentirà di aprire la porta dell’oscuro, incomprensibile “Mistero Divino”, e si troverà nel misterioso mondo “Spirituale”, dove la materia perde aspetto e consistenza -almeno per me vale questo, per il momento - la materia, se pure dissolta; è Atomo; la materia spirituale è altro agomento?; lì dove il corpo si dissolve, acquistando l’originale proprietà, trasformandosi in pura energia - scomposizione molecolare - composizione essenziale dell’intero Universo -finito- indefinito - Eterno!
E per questo siamo immortali! E in questo non somigliamo a DIO? - da non dimenticare, che essendo DIO unicità, nella sua composizione Divina, posside l’intera Coscienza Atomica Universale, che consiste nell’intero aspetto, che comprende in una unica natura, sia il bene che il male, che in assetto, valutato in coscienza, neutralizza sia sia l’uno che l’altro, ponendo al centro la bilancia, equiparandone, consapevole, l’equilibrio naturale delle forze.
Rivelando pulizia estrema, diretta in unica componente, tra forza e sensibilità, da questo l’Unione…l’Armonia!

E quanta fede occorre, quando ci si trova davanti ad un
Maestrale, ma comprensibilissimo “Verbo”, come: “Ama il prossimo tuo come te stesso”! Dove è impossibile far finta di non capire, perchè troppo facile ne è la comprensione, ma tanto troppo scomodo, e impossibile da applicare.
Nella società nella quale siamo costretti a vivere, pur avendo la volontà di seguire tale nobile comandamento, inevitabilmente mi sentirei un fesso, pur scartando il giudizio esterno, che comunque ha il potere di condizionarne, consciamente o inconsciamente una possibile sana applicazione.
Questione di educazione!? Chiamiamola pure costume, tanto non cambia - rifiutando il principio, e arretrando miseramente di fronte ad una situazione del genere, pur soffrendone.

Preferiamo fuggire pittosto il sentirsi stupidi, e nel peggiore dei casi..falliti.
Se; coscienti di appartenere ad una società fittizia, nella maggior parte il cosiddetto; L’uomo -proprio per questo- vive ai margini, senza nemmeno sospettarlo- nell’illusione di un domani Protagonisti, di un potere temporale inesistente! Specie se investito reale, materialmente vissuto nel presente.

CONFESSO:


Allora il mio pianto diventa ancora più forte nel sentirmi così povero, vigliacco, incapace di affrontare il dovuto, nella coscienza di essere un uomo, capace e dotato di analisi, in bilancio di una visione Divina Superiore Naturale in cio’ che, in spirito, si adda valere! A specchio di una giurisdizione soggettiva, che in tutti gli uomini esiste, e che a nessuno permette di mentire a se stessi;...altro penoso giudizio non resta, che umilmente, riconoscendo il proprio limite; l’inginocchiarsi per chiedere perdono a DIO!

*


C’era una volta un Re... AUGURI!

Viaggiando...in Svezia; su valuta cartacea in valore di Cento Corone, troviamo sritto o stampato: Ettundra Kronor; nell’immediato, mi viene naturale riflettere il pensiero su suoni che arrivano dalla vicina Grecia.
Non solo per semplice questione di assonanze ma anche per associazioni che riguardano motivi storico - linguistici, in quanto, entrambi liguaggi, appartenenti originariamente al ceppo linguistico Indo-Europeo.
Collegandomi inoltre, in conoscenza di escursioni marinare praticate dai popoli Nordici -paesi bassi - i Vichinghi-, venuti ad esplorare con le loro imbarcazioni, i mari e le terre del Mediterraneo; diventano chiari i collegamenti.
Dunque, da questo suono; Kronor, in riferimento alla parola Greca “Krònos”che significa tempo, che ulteriormente mi riconduce alla parola “Crono” -e non a caso mi ricorda Trono-, Re di tutti gli Dei -prima di essere stato spodestato dal figlio Zeus, così nei racconti mitologici della civiltà Ellenica-.
Oltre; dalla parola Kronor, viene fuori ancora, - crono - trono - re: continuando, associando e dissociando; - cronore - trono di re - onore al re - corona di re.
Pensando poi che in Svezia, ancora oggi esiste la monarchia e favoleggiando sull’inizio di molte favole che cominciano raccontando, dicendo: C’era una volta...un Re.
Nel ricordo, presto torna il riferimento sulle “teste coronate”, ai tempi delle beate antichità.
Inizia così il viaggio a me piacevole, solleticato e dalla storia e dalla fantasia.

Nella fortunosa conoscenza di antiche vestigia, riguardo ai costumi e all’attegiamento che veniva adottato a favore dei poeti -le teste illuminate-, ai quali veniva posto sul capo una corona d’alloro -ora dell’oro - tempo dell’oro - oro dall’oro - l’oro per l’oro - oro, per lòro - lòro; pron. pers. infatti.
Giochiamo: oro, metallo lucente che luccica e brilla. Acquista così, la funzione particolare di elevare e distinguere la testa del Sommo: re - sacerdote - poeta - saggio dei saggi - capo -ecc. A proposito del capo, in quanto rappresentante, Primo del Popolo, in funzione eletta, ed assunta in responsabilità di buon Governo, su tutto e tutti.
Il Re dunque o il capo, chiamato assolvere tale compito, assumerà l’appellativo nominale ed eccellente in... “NOI”, nel rivolgersi alla sudditanza -pluralia Majestatis-, in ragione di Unico rappresentante dell’intera comunità.
Ma torniamo a coppe; parlando di teste coronate, in oro; resta a indicare: teste illuminate, da nobile metallo e Nobile, diventa l’individuo che indossa tale onore.
Una corona d’oro, Indìce; - Sapienza - Governo della conoscenza e conoscenza del Governo -.
Predominio indiscusso, inconfutabile-insindacabile, con potere esteso, nello spazio e nel tempo.
Presiedente indiscusso, Padrone Seduto Sul Trono dell’Eternità.
Ettundra Kronor; a lettera: Cento Corone -Ettundra, che chiaramente ricorda il termine Gr. “Etto” -prefisso che moltiplica l’unità di valore per cento-.
Piacevolmente, Ettundra Kronor, mi conduce a: Cento Tempo - cento di questi giorni - cento di questi anni ecc. L’eterno AUGURIO, Corona che viene posta sulla testa del capo, del Capo dei Capi... sul Capo Supremo, dei Maestri del Tempo e Bella Saggezza!


*GIOCANDO...

Fase Rem-remente in mente-rimente-mente ritorna in in.mente-regolarmente-mente.la mente razionalmente in mente-ritornamente-mente sempre mente-regolarmente-ente fa ente batte ente battente in mente-mente mente-mente-mente-mente.mente-battente in mente-sempre mente-mente-mente-mente-mente.battente-ente-ente-ente-ente-in.ente.ente-te.battente-te.tè-tè.tè.tè.punto tente battente a battere ente.ente-ente-ente-ente-ente are-entrare-
are-fare-are are ere ere ire-ere are ere ere ere ere.ere ere m.
ere ere remme.emme.emme.emme.emme-re battemme-
batteremme-emme-emme.m.m.r.re battemme.m.mmm.
remattende ende-ende-ende-ende-ende-ende rem attende-
attende remme senza emme-emme-emme-emme.emme.emme.senzaemme em.em.em.m attende m m m m m m m m.r. remme.emme.solo m m e-mm.m.m.m.m.emme.memme.memmenente-remante-ante
remme sola m m rende mr.meritente.remante.remme. m.m.solo remme.remme remme.solo remme-solo rem-rem-rem.rem....rem...rem.rem-rem-rem-rem.rem.divide in punto punto-punto-punto rem.puntore.ore ore.ore.re.re.re. puntore.re.rem-rem.rem.re.rem.rem.rem.redormi-dormi sempre dormi ancora dormi sempredormi sempre sempre sempre dormi sempre-sempre dormi.dormi dormi resta dormi.dormi dormi solo dormi-rema dormi-dormi dormi-solo dormi-dormi-dormi-solo-solo-solo-dormi-sempre dormi-rema dormi-dormi dormi-rema dormi-con le mani solo dormi.dormi.solo con le mani e rimani senza mani
mani mani mani mani tu.tu.tu. solotu.tempo.tempo rem.
Rem.tempo musicale basato su ritmo rem.rem.rem.punto
Punto rem.punto.punto.punto punto punto punto punto punto punto rem....Sonno!



ASCIA

Ascia -lascia la scia - in movimento ondulatorio a pendolo
oscilla tra la prima A e la seconda - intramezzate dalle tre
lettere S - C - I, con “corpo centrale” in C.
Tra due figure estreme ed uguali in A.
La divisione vocale e sonora nasce dalla pronuncia in “contrasto” e contemporanea
tra la S e la C; SC allo stesso tempo il suono si scontra, infatti
SC = Scontro. L’incontro tra due squadre: “Competizione”;
e allo stesso tempo “Scissione”; due suoni che per
questione sonora si scacciano - Sciò -.
A colpire; il suono si alza sulla prima A: Immissione dell’aria -concentrazione-
elasticizzazione del suono - pausa - conclusione...SCIA’!

E adesso giochiamo in Qualità analitica-sonora: come dicevamo; con corpo centrale in C; C di centro - CC=4/4 -essenzialità in ceNTro - NT - Non Tocca- non tocca mai; a DiviDere con la C, centro dell’essenza - N.N.-parallelo L.L. zero ER - ERO R.R.R erre. R. Ancora R.R.R come R
Ancora R.R.R. pausa ERRE. Pausa - Ancora - Stella...1-2-3 Stella - Stella - Stella - Stella e Ancora Stella -
....1-2-3- STELLA - STELLA - STELLA e Ancora STELLA....STELLA....STELLA....STELLA e ancora....STELLA...;
TELEGRAFO.........................................................................

*



CAPACITA’

CAPACITA’- Parola composta da nove simboli o figure.
L’accento posto in alto sull’ultima A, presta subito attenzione verso il centro, dirigendosi sulla seconda C
-C punto centrale-. Dividendo presto il suono della parola CAPACITA’, ed escludendo l’accento finale, scopriamo e leggiamo, le parole CAPA e CITA.
Giocando con le lettere e i suoni provocati in pronuncia verbale, si possono intuire e costruire - accoppiare - sottrarre - aggiungere - ecc. Parole, e nelle possibili diverse interpretazioni. Come; a partire per esempio da: - cita - citazione - citare - ricordare; Cita la
Capa - ricorda che hai una capa. Ancora: “Paci”, Pace con la “Capa” -l’uomo a ritrovare se stesso- -“Apacita” “Capacita” la Capa - rendere a se stessa la capacità: ulteriormente: escludendo la seconda C, troviamo CAPA e ITA. ITA’; suono composto da quattro suoni e simboli compreso l’accento, e così troviamo il centro nella seconda C che resta così isolata-, - C - corpo centrale, tra simboli in parte diversi, dove possiamo cogliere anche - tra l’altro - la parola “CAPTA”, da CAPaciTA.
Se ne può pure interpretare; C centro della testa - centro della capa -incentrato - impressionato - al centro inciso: Corpo Centrale - CC -.
In musica; lo troviamo all’inizio del rigo musicale e sta a indicare il ritmo o il tempo da eseguire -“DIRIGE”-

CC = corpo centrale -centro mentale- centro sperimentale dell’uomo- Ci mente - si Cimenta con la mente -C Mente, c’è Mente.
C’è niente...SPAZIO! Capacità; in riferimento alla CAPA: contenitore inesauribile -raccoglitore d’informazione. Capacità in risposta, corrisponde: risposta ad Idem della mente che realizza - corpo - braccio - voce o in ausilio di strumento - altro; che realizza, restituendo la capacità, dell’uomo all’uomo, in senso stretto, al Genio.
Il Suo, Religione - ragione reale - vera rivelazione.
Ciò che di umano viene considerato non è soltanto l’Uomo
ma tutta la materia del Creato, considerando che tutto parte da una unica composizione originale; il Gene in Primo
Ordine, l’Origine, il Principio. IlGene Primordiale: Primo,
nell’ordine naturale delle COSE - COSE - CAOS: in mitilogia; Il principio; indica lo spazio incommensurabile,
infinito, nell’ordine naturale Universale; Primo Ordinato,
il GENE: - VERGINE - SACRO - IMMACOLATO - DIVINO.......................
ETERNO................................................................................



*Le Allucinazioni


Su questo argomento potrei srivere all’infinito; una primitiva forma l’ho avuta gia’ nel sogno da bambino.
Avevo circa 9/10 anni, e spessissimo, chiaro; mi ritrovavo a salire e scendere le scale del palazzo dove abito ancora adesso.
Appena entrato nel portone, giù, dalla prima rampa di scale, già trovavo visibile frontalmente, l’immagine della statuina di una Madonnina posta in una piccola nicchia, che ancora oggi si trova lì, sopra una delle porte d’accesso agli appartamenti interni.
E’ la prima cosa che emozionalmente, primo notavo.
Sempre, e con timore guardavo questa immagine -tra l’altro Sacra-, che provocava in me delle emozoni particolari -l’idea di restare da solo, chiuso in una chiesa, mi terrorizzava - suggestioni fortemente emotive che riflettono sia sull’aspetto caratteriale sia sull’aspetto sacrilego-peccaminoso-emozionale; forse, anche in una ininsperata raggiungibile possibilità, a scoprirsi di diventare qualcosa di divino, sentimenti che ci viengono inculcati fin da piccoli, e comunque emergeva prepotente la Paura! Paure, sentimenti ecc; situazioni che ci coinvolgono per una questione culturale millenaria.
Le religioni a parer mio dovrebbero essere avvicinate all’idividuo soltanto quando questi ha, acquistato la consapevolezza dell’ essere.
Le religioni hanno spesso provocano danni irreversibili
come la Pazzia!
Tornando al sogno; accadde che una notte, Sognai… man mano salendo, la prima rampa di scale
e sempre più avvicinandomi a questa figura Sacra,
che intensamente e con timore osservavo -forse già voluto nell’inconscio, ad aspettarselo, probabilmente, sotto sotto, volontariamente-, quasi nell’immediato, questa Madonnina subì una trasfigurazione trasferita in immagine sinistra, satanica, per farla breve.
Mi scosse a tal punto che ancora oggi a pensarci mi ravvengo a tale ricordo; tale era l’orrido di quell’immagine. Chiaramente mi chiesi presto -essendo un bambino- come fosse stato possibile che da qualcosa di Sacro ne fosse potuta nascere una situazione del genere.
Probabile; inconsciamente già mi rendevo conto che la vita non era tutta rose e fiori, avevo già colto il risvolto della medaglia!
In età adulta- Avevo già avuto diverse manifestazioni, riguardo alle allucinazioni, quando una mattina, trovandomi ancora nel letto, ben lucido e sveglio, guardavo la parete bianca che mi sta di fronte alla distanza di quattro metri circa, cominciai a vedere figure che si designavano sulla parete, figure di vario genere, che si trasformavano in continuazione.
Come vedere un film muto a schermo piatto; e; in questo non trovavo nulla di sconvolgente anzi mi divertiva -trovavo giustificazione attraverso gli spostamenti di luce esterna-, gli spostamenti delle autovetture che passano sulla strada sotto casa, che deviano le luci a ventaglio e a destra e a sinistra, che si confondevano con le macchie del soffitto.
Vedevo immagini e per di più, di giorno, e non di notte, ma mi sentivo tranquillo, anche se mi rendevo perfettamente
conto che quello che succedeva, non era cosa del tutto
normale, la mia mente era lucida e vigile, avevo il perfetto
controllo di me stesso -questa una delle prime fasi che erano già state anticipate da brevi situazioni notturne dove mi svegliavo di soprassalto e vedevo che qualche strano oggetto si era staccato da una delle quttro pareti e cadendo a terra provocava dei rumori fortissimi che solo io sentivo, e visto che nessun altro della famiglia si svegliava, mi dava
modo di pensare ininequivocabilmente ad un fenomeno
in qualità di allucinazione.
Chiaramente tra alcool e periodi lunghissimi d’insonnia, trovo normale che la mente possa avere di queste reazioni. La situazione cominciò a complicarsi -innanzi tutto nella reale paura di diventare pazzo; e poi, di diventare pericoloso per me e per gli altri-, in quanto, per quello che mi succedeva, non riuscivo a distinguere la realtà con lo stato di allucinazione.
Mi succdeva, che stando a letto di notte, chiudevo gli occhi cercando disperatamente di prendere sonno; macchè. Cominciai ad immaginare di trovarmi nei posti più svariati, e pure in stuazioni della massima serenità, -in me auto creata- che sto per descrivervi. Subivo uno sdoppiamento della personalita’, in qualita’ di esaltazione, di me stesso; in seguito l’ho capito.
Ho vissuto -per modo di dire-, delle sensazioni nella maggior parte dei casi, assai gradevoli -chiaramente ne ho vissute anche di sgradevoli -immaginariamente- ma fortunatamente in minimissima parte-, figuratevi che sono rammaricato che nella realtà non esiste mondo così pacifico -sotto sotto era il mondo che ho sempre immaginato fosse-.
Nelle fasi iniziali le situazioni, ancora non del tutto gradevoli, spesso fastidiose, -ancora non mi rendevo conto
perfettamente dello stadio mentale che mi procuravano questi fenomeni.
Appena chiusi gli occhi, di colpo, mi ritrovavo seduto in un
bar, dove c’erano persone che mi guardavano e anche altre che pur stavano tranquille per fatti loro -appena riaprivo gli
occhi, mi ritrovavo sempre sul mio letto-, in realtà, chiaramente -dopo mille dubbi- ora sono perfettamente
cosciente che in tutte queste -escursioni-, io non mi sono mai mosso nè dal mio letto nè tantomeno da casa mia.
Ad un certo punto -in una delle tante notti-, di colpo mi ritrovai in un paese con palazzi dall’aspetto Medioevale, ma con abitanti moderni: di notte, intorno alle 2 le 3 -immaginariamente-.
C’erano per strada, giovani, anziani, persone di mezza età, ma nemmeno una donna a pagarla d’oro, incontrai un vigile urbano -2/3 di notte, figuriamoci - il mattino dopo, cosciente si; di ciò che mi era accaduto per la stranezza di vedere un vigile a quell’ora; almeno dalle mie parti non esiste. Le strade erano molto vissute dagli uomini di questo paesino; chiesi al vigile urbano in quale paese mi trovavo, mi diede una risposta molto vaga, non si capiva molto quando parlava e mi offrì da bere; ma io non riuscivo ad afferrare nulla con le mani, di tutto ciò che mi veniva offerto. Il mio corpo era fatto di aria, soltanto quando toccavo me stesso realmente-fisicamente, in quello stadio, comunque me ne rendevo conto, se pure a sprazzi di tempo; la lucidità comunque affiora, pure in momenti relativamente offuscati come in queste situazioni-, sentivo la consistenza del mio corpo reale, se pure ad occhi chiusi, chiaramente, stavo toccando me stesso; così, cominciai a perlustrare il paese in lungo e in largo, mi avventuravo in luoghi solitari e non avevo il minimo dubbio che mi sarei potuto trovare in situazioni sgradevoli; qualsiasi persona o gruppo di gente che incontravo, si mostravano gentili, sorridevano, mi offrivano da bere, addirittura mi venne offerto di fare con loro una partita a bigliardo. Quando ritornavo a passare in una via, dove già ero stato prima, qualcuno si scusava perchè precedentemente mi aveva già visto passare da quelle parti, e che scortesemente gli era sfuggito di salutarmi. Intanto continuavo a camminare senza nessuna paura di perdermi nè avevo altro tipo di preoccupazione.
Entravo nelle abitazioni attraverso le mura -come fatto di aria per forza, e tutti gli abitanti visibili e immaginari, in questo mondo allucinogeno, del luogo facevano lo stesso, e allo stesso modo se ne usciva, una sesazione straordinaria idilliaca; da Dio! Se arrivavo in un posto, dove sotto c’era lo strapiombo, tranquillamente mi calavo giù, avendo la sicurezza e la tranquillità che nulla sarebbe successo, ma, appena riaprivo gli occhi mi ritrovavo di nuovo sul mio letto. E così, quando avevo voglia di ritornare in quel paese non dovevo fare altro che richiudere gli occhi. Questo mi accadde anche nelle notti a seguire, ritrovandomi di nuovo nello stesso luogo.
Poi per qualche settimana non accadde più nulla.
A parte quando la sera andavo a dormire che dopo ¼ d’ora, 20 minuti, appena dopo aver chiuso gli occhi, mi ritrovavo in qualche locale dove spesso, appena mi ritrovavo in luoghi immaginari qualsiasi la situazione, o c’era pochissima gente, o nessuno; e presto, comiciava a venire tantissima gente che si sedeva ai tavoli, o mi giravano intorno, ma nessuno o quasi mi rivolgeva la parola, e le donne tutte, mi passavano davanti, mi sorridevano cercando da me un’invito. In queste prime fasi ero serissimo; appena annuivo il capo in segno di saluto. C’è del comico a raccontarlo!
Mi sentivo comunque in atteggiamento di grande diffidenza, sempre tormentato nel cercare di capirci qualche cosa -anche in quei momenti-. Ad un certo punto cominciavo a guardare il naso delle donne e nessuna di loro lo aveva come la donna che amavo, che nel frattempo mi aveva schifosamente abbandonato, e per questa situazione ancora di più entravo in confusione e pure fisicamente e mentalmente, mi faceva stare ancora più male.
Mi concentravo, come dicevo, sui nasi di queste ragazze, ad un certo punto vedevo che crescevano assummendo forme sempre più strane, come pure succedeva ai ragazzi, e quando c’era qualcuno che mi era antipatico, mi concentravo sul loro naso che cresceva in maniera sgraziata e smisurata, ad un certo punto, cominciavano con le mani ad allungarsi i nasi, che si sviluppavano in maniera abnorme, tanto da appiccicarselo fin su la fronte e dopo poco ne veniva fuori di tutto, sia dal naso che dalla bocca; per esempio, un pasticcino che poi mangiavano, e subito rimettevano a posto il naso. In altre situazioni più o meno simili, c’era chi dal naso o dalla bocca, tirava fuori l’incredibile...pacchetti di sigarette, soldi e tutto quello -mi spiegarono- che in quel momento era loro desiderio fare.
Nel frattempo quando i fumi dell’alcool nella testa cominciavano a perdere consistenza, -erano chiaramente stimolanti cerebrali, - ne diminuivo l’assunzione-. Ma quando ricominciavo di nuovo ad assumere alcolici-psicofarmaci, ecc. Intorno alle undici, mezzanotte, arrivavano, ragazzi, ragazze o persone di qualsiasi età che si dividevano a sedere intorno al mio letto. Si cominciava a parlare; comunicazione che avveniva sia in maniera telepatica sia verbale, rivolgevo e mi facevano mille domande. Spesso non c’erano risposte, da parte loro, chiaramente ero io che non ero in grado di darmene.
Con insistenza chiedevo, come poter entrare in quello stato di comunicazione, senza dover necessariamente ricorrere
all’assunzione di alcool, e quì non c’era mai risposta.
Da considerare che in quei periodi, spesso, ci credevo sul serio, in quello che mi succedeva; troppo avrei da raccontare, tante erano le manifestazioni in questi stadi-cerebro-allucinanti- chiaramente il dubbio sempre presesente, per fortuna, nella valutazione tra il reale e l’irreale, anche dentro queste condizioni, mi rosicava, persisteva costantemente, ma vi posso garantire che non trovavo assolutamente facile il paragone con la realtà. Pensate che ad un certo punto mi trovo immaginariamente a casa di una persona che conosco realmente.
Mi ritrovai in questo incredibile viaggio, dove questa persona mi disse, che a spese sue mi avrebbe pagato il viaggio a me e la compagna e che sarei stato ospite di un suo amico che stava in America e che mi avrebbe dato la possibilità di scrivere e pubblicare le mie opere. Ancora adesso non so dove ho trascorso quei momenti (ero convintissimo di stare a casa di questa persona).
Bè mi ritrovai a casa...Bo! Superconvinto che questo fosse realmente accaduto!
Comunque mi ritrovai a casa mia, preparai le mie cose e dissi a mia madre che in serata sarebbe passto un tassista che m’avrebbe accompagnato alla stazione per poi prendere l’aereo.
Ma in serata non arrivò nessun Taxi; scesi al bar sotto casa, incontro questa persona, e gli chiedo come mai non arrivava questo Taxi; mi disse chiaramente che stavo sognando e ritornai a casa -il parlare con questa persona è accaduto realmente, per quando riguarda il Taxi. Ma non è finita quì, purtroppo, quando un pomeriggio accadde...stavo tranquillamente sul letto, avevo grande il desiderio di dormire ma non volevo farlo visto in quale “giostra” di nuovo sarei potuto ritrovarmi, ma ero troppo stanco e stressato; chiusi gli occhi. Dopo qualche minuto, mi ritrovai catapultato in una situazione, credetemi, quanto vorrei fosse stata vera.
Sentivo il mio corpo leggerissimo, e fresco nella mente, mi trovai in luogo, senza nessuna possibile collocazione geografica e cominciai a camminare, su per una strada asfaltata, percorsa sulla sinistra da un lunghissimo passamano in tubolare, una specie di lungomare, dove al posto del mare, c’era un paesaggio indescrivibile, con un orizzonte inqualificabile; quando incontro una ragazza d’imbarazzante bellezza -come la maggior parte incontrate appresso-, che alla distanza di un metro circa da me, mi apre un gran sorriso e velocissima, tira giù la cerniera dei pantaloni, mostrandomi gli slip, poi si sbottona la camicetta, si toglie il reggiseno, si volta, mostrandosi nuda al completo e prosegue per la sua strada. Così, bellissime erano le altre che a centinaia incontrai per strada e stesso l’atteggiamento nel denudarsi, sorridevo loro e alla situazione super insolita alla quale mi trovavo di fronte, ma sapevo che non avevo nessuna possibilità di toccarle, in quanto fatto di aria; peccato! Credetemi tutto sembrava vero in quel momento, la dimensione del paesaggio le persone ecc. Tutto aveva aspetto terribilmente credibile e tridimensionale. Ma io, come già descritto ero fatto di aria, ma visibile solo a me stesso e a tutti gli esseri che appartenevano a questo mondo, ma se avessi voluto toccare qualsiasi cosa, non avrei potuto; che rabbia, perchè spessissimo, mi veniva offerto di tutto, specie alcolici...a gratis! Le mie mani affondavo su qualsiasi materia che apparteneva a quel mondo, il mio corpo attaversava magicamente tutto, come un uomo invisibile.
Il tutto diventava tragico quando per fortuna si ritornava nella lucida realta -in quei momenti ciò che avveniva era piacevole... ci credo, favole così no ne avevo mai ne viste ne vissute; le donne una più bella dell’altra, tutte mi volevano! Carogna di un’allucinazione galoppante!-.
Ma quando ritornavo nel mondo della lucidità, nella possibilità di analizzare l’accaduto, ne temevo tragiche conseguenze -mi è pure capitato di aver fatto l’amore con la ex donna, e questo gli’e l’ho raccontato, in verifica del possibile reale accaduto; pensate dunque quanto forte era la sensazionalità del reale -l’ho “vista” attraversare le pareti di casa mia, ed entrare nel mio letto-.
C’erano fortunatamente dei periodi, che tutto questo si fermava, permettendomi di analizzare, e creare confronto -anche scrivere per descrivere questi viaggi mi è difficile, tutto accadeva troppo velocemente, potrei pure farlo, occorrerebbe troppo tempo, e comunque sarebbe inutile considerando l’irreale del tutto, a parte la simpatia che potrebbe provocare, probabile ne verrebbe fuori un racconto mitologico, con sapore erotico-narco-allucinante. I dubbi erano fortissimi tra il reale e non, perchè tutto ripeto, appariva incredibilmente vero. Senza dilungarmi troppo, cominciai a convicermi dell’irreale vissuto, quando chiesi a questi “esseri” creati dalla mia mente “riuscendo a convincerli” di darmi il nome di una bevanda -immaginai qualche cosa di chimico che avesse il potere di agire sul corpo e sulla mente, da poter a proprio desiderio sconvolgere geneticamente qualsiasi cosa, un desiderio realizzato nell’immediato, come sentirsi Dio, questo c’era di nascosto; ma chi non vorrebbe essere Dio, in una possibilità gratuita e facile a realizzarsi;
Aspetto questo, pericolosissimo, nella presenza della mente.
Comunque, riuscii ad avere una risposta; questa bevanda si chiamava Dieci-di, e chi se lo scorda; il giorno dopo chiamai un mio amico infermiere, per sincerarmi dell’esistenza di tale prodotto, ovviamente per pararmi da una eventuale figuraccia, entrando in qualche farmacia o negozio per comprarla; mi disse: ma che ti viene in mente, fai pace con questa capa, lascia stare l’alcool, trovati un altra donna e torna a dipigere...anzi per il momento stare quanto più lontano possibile dalle donne, vattene a pescare!
Intanto quando la mattina mi svegliavo, lucido senza aver assunto alcolilici, queste situazioni continuavano a persistere, e dalla parete che sta di fronte al mio letto, vidi delle “persone” che mi invitavano ad entrare nei “loro spazi”; risposi che non era possibile.
Poco dopo entra una ragazza e un paio di ragazzi che cominciano a scrivere in modo assai strano -sto riducendo all’essenziale-, con una scrittura incomprensibile, il caratterattere di queste lettere mi ricordava l’alfabeto Cirillico. Mi dissero che avrei impiegato due o tre anni per impararlo e una volta fatto questo, sarei stato in grado di parlre e scrivere, quattro cinque lingue senza contemporaneamante. Chiesi come si chiamava questo alfabeto, da dove veniva, quanto era antico; mi “dissero” che era nato nel 700 A.C. e che proveniva dalla lingua russa, dal latino e dal greco e si chiamava alfebeto I.N.F. I.N.C. Questo è stato uno degli ultimi eventi che mi hanno portato a capire -senza dubbio-, finalmente che la realtà stava da tutt’altra parte. Presto, la mattina appresso sfogliai libri enciclopedie ecc., e parlai con amici... ma di questo vocabolario, nemmeno l’ombra. Chiaramente, grazie alla continua ricerca di parametri analitici, atti a distinguere e confrontare la realtà con il surreale, ad avvenuto lucido confronto; nell’aver analizzato per bene la situazione,
diventato padrone di controllare, cosciente di saper discernere, man mano, ciò che avveniva, ero diventato capace di controllo e distacco pur standoci dentro. Dopo poco tempo non è più accaduto nulla, intanto cominciai ad allontanarmi dall’alcool. A dire il vero, essendo divenuto capace di controllo, provo della reale nostalgia, per quei momenti insoliti, in quanto mi hanno dato l’occasione di conoscere un’altra faccia o possibilità che esiste nella nostra mente nel reagire.
E’ vero il rischio è grande, e posso ritenermi fortunato di non essere andato incontro a qualcosa di pericoloso; la conoscenza non ha prezzo.
Mille di queste esperienze; ben vengano, se si riesce poi a venirne fuori, avendo capito cosa di grande o incredibile possibile esiste nel potere della nostra mente! Questo dovrebbe essere il primo compito di chi ama e vive in funzione della conoscenza, soprattutto di se stessi; per diventare un uomo! Come dice Dante per bocca di Ulisse: considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canuscenzia!